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di Alessandro Salvatico - Alla mezz'ora della ripresa, il Torino ha messo al sicuro il risultato della partita che stava giocando, realizzando tre gol come era accaduto solo una volta, e avvicinando la prima vittoria dell'anno...
di Alessandro Salvatico - Alla mezz'ora della ripresa, il Torino ha messo al sicuro il risultato della partita che stava giocando, realizzando tre gol come era accaduto solo una volta, e avvicinando la prima vittoria dell'anno nuovo, che rafforzava la panchina dell'allenatore e scacciava la crisi.E' triste che, però, in pochi legheranno quel momento a tutti questi validi motivi; quel momento sarà ricordato come quello dello sfogo Bianchi contro Lerda. Il dito indice sul naso, le parole -le prime meno che cortesi ed educate dacché lo conosciamo- rivolte dal giocatore all'allenatore, lo smarrimento che ne é seguito. Quegli istanti avranno molta più eco dello splendido secondo tempo di Lazarevic, del primo gol di Antenucci, dell'esordio di Cavanda e quant'altro.E' triste. Ma é inevitabile: checché ne dica il presidente Cairo, questi non sono “gesti che si vedono frequentemente sui campi di calcio”; per fortuna (dello stesso calcio) non é così.Per prima cosa, dunque, ci si chiede perché. Ce lo si domanderebbe in ogni caso, ma vieppiù dal momento che il calciatore in questione é notoriamente ragazzo di un'educazione estrema, di una gentilezza profonda, tanto da rendere quasi difficile credere che sia proprio lui quello che si vede nelle immagini di questa strana esultanza.Volendo essere assolutori, si può citare quel “black-out” di cui lo stesso Rolando ha più volte parlato: dopo il gol, dopo aver raggiunto quell'obiettivo per il quale lui davvero vive e respira, per alcuni secondi l'adrenalina ha in lui il sopravvento, tanto da non permettergli neppure di averne un ricordo preciso. Di solito, una volta segnato, tale reazione inconsulta é di irrefrenabile gioia; ieri, dopo un'esclusione dolorosa giunta al culmine di giorni poco tranquilli, é stata di rabbia. E sicuramente, lo stesso Bianchi se ne é pentito dopo pochi secondi.Ma il gesto rimane, di buone intenzioni é lastricato il sentiero per un brutto posto dunque la scena che ha visto protagonista colui che oltretutto é il capitano -ruolo che non dovrebbe essere solo una parola, ma un piccolo carico di responsabilità- é esecrabile senza giustificazioni. Il giocatore andrà multato, e se questo non accadrà -come ipotizzato ieri da Cairo- questo sarebbe probabilmente un segnale di debolezza, oltre che di disparità di trattamento, lanciato ad uno spogliatoio che di trattamenti simili proprio non ha bisogno. Perché c'é modo e modo di vincere; e questo no, questo é il modo sbagliato.Bianchi ha forse delle attenuanti; ma l'errore del bomber rimane, inequivocabile. E anzi, rischia di alienargli anche parte di quegli elementi a suo favore che pure, prima, aveva: perché la scelta iniziale di Lerda rimane priva di senso agli occhi di molti, come privo di senso é il fatto che avere un centravanti che segna sia un problema. Una cosa che accade solo a Torino. Come solo a Torino accade, purtroppo, che anche una vittoria importante lasci strascichi di amarezza, anziché di serenità.
(foto M.Dreosti)
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