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Dopo anni di lavoro con un gruppo che il solo Cairo riusciva ottimisticamente a definire "snello", mentre per qualunque osservatore era "insufficiente" (se non "poco più che inesistente"), l'organigramma del Torino Football Club si recentemente rafforzato ed ampliato. Mentre in passato figuravano, come soggetti attivi, praticamente solo il presidente ed il direttore sportivo, a Gennaio proprio TN dette l'anticipazione dell'ingaggio di un team manager: Giacomo Ferri.Che l'editore alessandrino avesse parzialmente iniziato a ravvedersi in merito ad alcuni dei diversi sbagli commessi nei primi anni, sembrava evidente a chi lo conosce; e se su alcuni aspetti il perseverare nell'errore non cessa, per quanto riguarda lo staff tecnico alcune cose sono cambiate. La scelta di "Giacomino" come tm già diceva molto, in questo senso; si è trattato infatti della prima volta in cui Cairo ha accettato di far entrare nel "suo" Torino una figura legata al passato glorioso dei granata, cosa che in precedenza si era sempre rifiutato di prendere in considerazione.E se Petrachi continua a lavorare bene, non possiamo non ricordare come sempre TN (perdonate la doppia autocitazione) abbia intrapreso per prima tra tutte le testate la battaglia per l'assunzione di un direttore generale, in tempi "non sospetti" (vale a dire, a gradimento di Cairo ancora ben elevato). Un nome su tutti è quello sul quale si è insistito, vale a dire quello di Renato Zaccarelli, dirigente capace e polivalente e soprattutto simbolo del Toro, nonché uomo in possesso delle qualità caratteriali necessarie per quel delicato compito; ma anche altri grandi ex (e non solo) erano e sarebbero tutt'ora adatti al ruolo.L'ingaggio di un dg sarebbe la ciliegina su una torta che inizia ad assumere un bell'aspetto (in attesa che i fatti dicano se è davvero buona, dopo i tanti bocconi amari del passato). Il ds è costantemente impegnato nel portare a Torino giocatori buoni senza praticamente far spendere nulla al proprio datore di lavoro; ed è stato decisivo il contributo di Ferri nel compattare lo spogliatoio, nello scorso campionato, "epurandolo" degli indesiderati". Inoltre, c'é un nuovo capo-osservatori che risponde al nome di Matteo Lauriola e che ha portato in riva al Po una massiccia dose di attivismo e competenza (oltre che di simpatia umana).Insomma, si lavora finalmente con profitto. Manca, appunto, un direttore generale, che coordini le operazioni di tutte le altre figure impegnate a fare il bene del Torino FC, che colleghi la proprietà (che -come si sa- è lontana, a Milano) alla squadra e allo staff tecnico (spesso si verificano infatti lacune nelle comunicazioni interne, tra i vari soggetti impegnati, tra giovanili e dirigenza prima squadra, etc). Ebbene, pare che anche su questo punto Cairo sia in procinto di rivedere quanto (non) fatto in passato.Si potrebbe dunque riempire quella poltrona rimasta finora sempre vacante. Con Zaccarelli? No: il "baffo" ed il presidente granata non si sentono mai, semplicemente. E neppure con Michele Uva: contattato il diretto interessato ed il suo entourage, è emerso come l'esperto dirigente provi sì un'innata simpatia per il Toro, ma al tempo stesso sia legato ai suoi compiti in Figc senza possibilità di abbandonarli, per quanto possa essere lusingato dalla prospettiva granata. Chi possa essere il fantomatico dg non è dato sapere, in realtà, ad oggi, anche perché lo stesso presidente vorrà ancora vagliare più possibilità (almeno così pare), ed operare con calma. Intanto, la più grossa differenza positiva rispetto ad un passato fatto di equivoci non è nei nomi o nei ruoli, ma nei fatti: l'attuale ds Petrachi, infatti, può davvero lavorare in autonomia, senza le ingerenza presidenziali conosciute da molti suoi predecessori. E il Toro ne guadagna.
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