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toro
di Edoardo BlandinoDopo la gara di Catania era lecito attendersi un’altra bella partita dei granata ed in parte i tifosi sono stati accontentati, ma, come succede troppo spesso ultimamente, la buona prova non è coincisa con una vittoria del Torino, anzi i punti portati a casa sono stati di nuovo zero. Non è la prima volta che i ragazzi di Novellino disputano un discreto match, creando più una palla gol, per poi venire beffati sullo scadere. Ieri è stato Vannucchi a castigare Sereni, dopo un splendido assiti del baby Giovinco, mandato in campo da una felice intuizione di Cagni ad un quarto d’ora dal termine. Nel calcio di oggi si gioca in 15: i titolari, le tre sostituzioni ed il mister. Ieri, più che mai, hanno contato molto gli ultimi due fattori. Sia per le scelte tattiche che per i cambi effettuati, il mister dei toscani è stato perfetto, al contrario di Novellino, “reo” di aver mandato in campo giocatori che non hanno dato ciò che ci si aspettava da loro.Il Toro parte bene, con buon ritmo e per quasi 20’ costringe l’Empoli a difendersi. Recoba è ispirato, Rosina meno, ma insieme sono difficili da contenere fino alla prima mossa di Cagni: Budel viene spostato fisso davanti alla difesa, senza licenza di avanzare e Marchisio a fare da regista in mezzo al campo. La scelta è azzeccata, il ritmo cala, i fantasisti granata vengono limitati ed esce fuori l’Empoli, ma sono i padroni di casa a sfiorare il gol con Motta prima e Recoba poi, ma le loro conclusioni si stampano sui legni. Di Michele inizia a scaldarsi prima dell’intervallo e Novellino lo manda in campo al 7’ della ripresa al posto di un Chino molto ispirato, che non prende bene la sostituzione. Il numero quattro granata non reggerà 90’, ma sembrava in una buona giornata e per un altro quarto d’ora avrebbe fatto comodo. Il mister granata cambia anche Barone per Corini, i cui 38 anni lo rendono molto esperto, ma non più tanto adatto a correre in mezzo al prato. Poi, prima della mezz’ora Monzon sostituisce Rosina e mette Malonga perché “un punto era meglio di zero” e passa al 4-4-2: più solidità alla squadra per evitare di prendere gol. Se la situazione non fosse così tragica ci sarebbe da sorridere... Alla 30’ Cagni effettua il cambio che decide la partita: fuori Antonini dentro Giovinco. Il ragazzino scuola Juve entra subito in partita seminando il panico tra i padroni di casa e al 43’ chiude una triangolazione che manda Vannucchi a rete. Tutto questo non prima di aver visto Di Michele fallire l’ennesimo gol a porta praticamente vuota. “Il calcio è per i furbi” dichiarò Montero qualche anno fa: se Di Michele, anziché resistere stoicamente alla carica, fosse andato giù in area, con rigore ed espulsione probabilmente ora si parlerebbe di un’altra partita. Purtroppo la storia non si scrive con i se e con i ma. Il giorno dopo rimane solo la decima sconfitta in campionato.
Foto da Nove.firenze.it
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