Da Walter a... Walter. Sono passati 12 anni dalla stagione 2007-2008, campionato in cui Walter Novellino approdò per la prima volta sulla panchina del Torino. Erano i primi anni della presidenza Cairo, in un Torino completamente diverso da quello odierno. Un allenatore esperto, che Cairo aveva scelto anche in virtù degli ottimi risultati raccolti con la Sampdoria nei cinque campionati precedenti. Fino - appunto - al 2007, quando proprio Mazzarri prese il posto di Novellino sulla panchina blucerchiata. Intrecci particolari e storie simili, ma soprattutto due squadre che sono rimaste nel cuore del Walter originario di Montemarano.
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Novellino: “Toro e Samp nel mio cuore. E i granata sono in ascesa nonostante il Lecce”
Esclusiva / L'ex allenatore di Torino e Sampdoria: "Cairo è un presidente molto presente, ha fatto esperienza e adesso il Toro è una squadra in ascesa"
Buongiorno mister. Domani c'è Sampdoria-Torino, non una partita qualunque per lei...
"Sono due squadre speciali per me, le porto dentro il cuore. Da una parte il Toro che, esclusa l'ultima partita contro il Lecce, è una squadra che secondo me è in netta ascesa. La sconfitta contro il Lecce sicuramente lascia un po' di amaro in bocca, però la squadra ha sempre risposto bene e secondo me con l'inserimento di un giocatore importante come Verdi potrà migliorare ancora. Parliamo di un giocatore che ha qualità ed è proprio quello che serviva al Toro: sono convinto che farà bene. La Sampdoria invece sta passando un brutto momento, ma serve tempo per adattarsi a quello che chiede un allenatore nuovo. Di Francesco è molto bravo, ma i giocatori venivano dagli anni di Giampaolo, con un gioco diverso. Erano abituati a giocare con due punte e un trequartista, è normale che abbiano avuto qualche difficoltà. Se mi chiedi chi tifo non posso risponderti. Sarei contento se Di Francesco si riprendesse subito, perché se lo merita. E anche il pubblico della Sampdoria si merita tanto. Il Toro però lo vedo in grande crescita...".
Ha citato Torino-Lecce. Le è mai capitato di incappare in uno scivolone del genere? E, soprattutto, come si supera una delusione così?
"Mazzarri lo anche detto: è stata una partita difficile. Non penso che i giocatori l'abbiano presa sottogamba, è che il Lecce onestamente aveva un passo diverso. Secondo me la principale motivazione della sconfitta è questa. A queste sconfitte si reagisce subito, come sa fare Mazzarri: con il lavoro, parlando con la squadra di quello che è successo...".
Mazzarri nel post partita si è assunto tutte le responsabilità della sconfitta...
"Ha dimostrato di essere un grande, una persona per bene e un professionista responsabile del proprio lavoro. Perché non è da tutti dire "le responsabilità sono mie", spiegando cosa è successo. Tanti dicono "abbiamo giocato bene, abbiamo fatto quello, ma siamo stati sfortunati". Lui ha detto la verità e questo gli fa onore, è una cosa importante che ha sentito anche la squadra. Serve anche alla squadra per capire che l'allenatore è dalla loro parte e li sta difendendo, perché in campo poi ci vanno i giocatori".
Mazzarri che, per altro è stato anche suo successore alla Sampdoria (nel 2007 n.d.r.). Che allenatore è? Quello che ha a disposizione secondo lei è il Torino più forte degli ultimi vent'anni?
"Sicuramente è il Toro più completo, c'è il massimo. Un progetto che è stato costruito piano piano. Io penso che il Toro sia la squadra che in questi anni è cresciuta di più, diventando una grande società. Dal punto di vista della società e del presidente a quello dei giocatori: Verdi, ad esempio, è un giocatore straordinario".
Lei è arrivato sulla panchina del Torino nel 2007, nei primissimi anni di presidenza Cairo. A distanza di 12 anni, trova che il presidente sia cambiato?
"Tra noi c'era un bellissimo rapporto, mi spiace di non essere riuscito a dargli quello che si aspettava da me. Un po' di colpa è stata mia, ma non tutta. Certamente non è stata colpa di Cairo, che era ai primi anni di presidenza. Ha aumentato il suo bagaglio di esperienza, ma è sempre stato un presidente attento per i suoi allenatori: spesso veniva da me, parlavamo, mi dava una grande mano. È molto presente e soprattutto è consapevole di essere in una grande piazza come il Torino".
Ma torniamo a noi. Torino e Sampdoria hanno avuto due avvii diametralmente opposti. A che obiettivi possono ambire queste due squadre?
"Un posto in Uefa, perché no?! Sono convinto che entrambe possano ambire a qualcosa di importante. È presto per dare un giudizio definitivo dopo le prime tre giornate di campionato, perché la condizione fisica lascia ancora a desiderare e ci sono alcune novità tattiche da assimilare. Però sono convinto che abbiano un potenziale importante".
Un'ultima curiosità: a lei è mai capitato di trovarsi a dover gestire un caso come quello di Nkoulou?
"Penso che Mazzarri abbia parlato con il giocatore. Io dico solo una cosa: quando si firma, un contratto va rispettato. È più giusto se un giocatore prima di scendere in campo va dalla società e dall'allenatore e dice: "Io non mi trovo più bene qua, per cortesia cedetemi". Ma senza mal di pancia o polemiche. Poi Cairo voleva tenere tutti i giocatori forti e, siccome Nkoulou è un giocatore forte, è rimasto. Non conosco il giocatore caratterialmente, ma credo che se c'è un contratto vada rispettato fino in fondo. Anche se mi chiama la Roma o un'altra squadra: ho firmato un contratto e devo rispettare le scelte della società".
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