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Occasioni perse

Redazione Toro News
di Stefano Brugnoli Sabato ho assistito alla partita nel settore riservato agli under 14 con un amico e suo figlioMi aspettavo di vedere molti più bambini, sarebbe stato bello vedere i nuovi tifosi del Toro e invece mio malgrado ho scoperto che...

Sabato ho assistito alla partita nel settore riservato agli under 14 con un amico e suo figlioMi aspettavo di vedere molti più bambini, sarebbe stato bello vedere i nuovi tifosi del Toro e invece mio malgrado ho scoperto che forse forse la maggioranza di bambini teneva il Milan, compresi gli scatenati chieresi (abitanti di Chieri, si dice così?) sotto di me.

Peccato quindi che queste iniziative non riscuotano il giusto e meritato peso, probabilmente andrebbero pubblicizzate un po’ di più e applicate tutto l’anno e non solo per le partite richieste dalla legge. Se vogliamo un calcio più a misura d’uomo dobbiamo favorire la presenza dei bambini e delle famiglie anche con prezzi più accessibili.

I bambini comunque assistevano alla partita interessati anche se qualcuno ha giocato tutto il tempo e i più grandicelli fornivano anche giudizi competenti, molto di più della media abituale che si sente allo stadio (penso che si e no la metà delle persone che lo frequentano abbia giocato almeno a livello dilettante) e anche migliori di qualche commentatore da strapazzo che scrive o straparla.

A proposito di commenti condivido in pieno quanto scritto domenica dal direttore di Tuttosport

“Certezze, invece, sul fronte grana­ta. Novellino è un tecnico capace, ma un po' testardo. Un bravo alle­natore sa anche adattarsi agli uomi­ni che ha. Un bravo allenatore, for­se, può cercare soluzioni diverse da quelle che già conosce. Un bravo al­lenatore si aggiorna, copia persino (Spalletti ha ammesso di aver più volte imitato situazioni di gioco), ma non incorna (anche se allena il Toro) sempre contro lo stesso muro. Infi­ne un bravo allenatore fa dell'im­prevedibilità la sua arma migliore. Vi sembra imprevedibile l'attacco del Toro? Segna poco e senza gol non si va da nessuna parte.” e quanto scritto da Paolo Brusorio sulla Stampa sempre domenica “E questa volta l’asfittico e monotono 4-4-2 non c’entra: Novellino ha liberata la fantasia e la squadra ha dimostrato di sopportarla e supportarla. Vero, la parità numerica a centrocampo è stata molto utile alla causa, ma se il Toro ha ancora molte possibilità di finire a testa alta (e le ha) sono legate proprio al mantenimento di questo impianto”

Aggiungo solo che probabilmente si potevano gestire meglio le sostituzioni, per quanto ho visto Corini non meritava di scendere per far posto a Ventola e Di Michele mi sembrava molto più in palla di Rosina quando è entrato Recoba. Cambi che comunque non hanno dato l’effetto sperato dal mister perché Ventola e Stellone si sono pestati i piedi e il Chino non è mai entrato in partita.

Un altro appunto tecnico tattico lo riservo al gol fallito da Rosina su passaggio di Stellone a inizio ripresa. Gli allenatori di settore giovanile che sanno come si gioca a calcio (speriamo che siano almeno un terzo di quelli che operano) sanno che quando si attacca ci vuole ampiezza e profondità; ebbene cosa ci faceva Rosina a due metri da Stellone? Sarebbe stato molto più opportuno che il nostro fantasista invece che correre verso il pallone come attratto da una calamita (cosa che fanno i bambini in modo naturale fino a 10 anni) fosse rimasto a dieci metri da Stellone in modo da poter battere tranquillamente a rete senza l’ostruzione di Khaladze o nel caso questi lo avesse marcato stretto, poter dare a Stellone l’opportunità di battere direttamente a rete senza l’ostacolo del georgiano.Quando un errore del genere lo fa uno dei miei ragazzi (13 anni) gli viene rispiegato come deve comportarsi.

Per finire didatticamente ci sarebbe da far vedere il gol del Milan per come non si devono muovere i due centrali; infatti in occasione del gol di Pato entrambi i centrali granata hanno marcato l’eventuale passaggio al centro dell’area di Gilardino anziché coprire la porta…pazienza nessuno è infallibile e guardare e giudicare è più facile che fare, però loro sono professionisti.