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A Torino è un pomeriggio torrido di fine Agosto, le cose da fare in città sono poche e, liberi dagli impegni...
A Torino è un pomeriggio torrido di fine Agosto, le cose da fare in città sono poche e, liberi dagli impegni lavorativi, qualcuno ha deciso di ritornare allo stadio per vedere il nuovo Toro, pronto ad affrontare il prossimo campionato di serie A.
A Torino è un pomeriggio caldissimo di fine estate, l’anticiclone subtropicale sahariano è alle porte e si prospetta una settimana d’inferno, per un bambino di cinque anni è però una giornata splendida: ha convinto suo padre ad andare a vedere il Torino, la sua prima partita della vita.
A Torino è un pomeriggio in cui l’umidità sfiora il 75%, un vecchio tifoso del Toro si avvia alle sette per vedere la partita della squadra che segue da quand’era bambino, quando il peso dell’attacco era sostenuto da Riccardo Carapellese, tornato in Granata con il compito arduo di guidare una squadra che aveva appena vissuto la strage di Superga.
A Torino è un pomeriggio di fine vacanza, quando un ragazzo, studente di Roma, tornato nel capoluogo piemontese per una settimana, approfitta del turno di Coppa Italia per andare a vedere una delle poche partite del suo Toro.
Mettiamo che tutti questi personaggi, ieri sera, si siano incontrati davanti alle biglietterie dello stadio Comunale, arrivando con largo anticipo, diciamo alle 19.15-19.30, commettendo un unico errore: pensare di poter fare il biglietto, come una volta, allo stadio.
Come loro almeno altre centinaia di tifosi del Toro. Ora mettiamo anche che, giunti davanti alle biglietterie abbiano assistito a una scena assurda: ottocento persone tra famiglie, bambini piccoli accompagnati dai nonni, anziani o ragazzi che aspettavano quel momento tanto atteso per vedere la partita, accatastati in coda negli unici tre sportelli aperti dal lato della Torre Maratona.
Mettiamo anche che, al 15’ del primo tempo, di queste ottocento persone solo duecento erano riuscite ad entrare e che, alla fine del primo tempo, ancora più di un centinaio di tifosi attendeva il tanto sospirato biglietto, senza che nessun responsabile della società abbia fatto nulla per aprire un altro sportello, per velocizzare il procedimento o quantomeno per interessarsi dell’accaduto.Nel frattempo, però, quel bambino che tanto voleva vedere la partita del Toro è tornato a casa in lacrime perché il padre, giustamente, dopo un’ora e mezza, non ce la faceva più a farsi la coda con il figlio in braccio.
Quella famiglia che aveva deciso di tornare allo stadio è invece ritornata, mesta mesta, a casa, convinta di aver perso metà del proprio pomeriggio per nulla. Il vecchietto, lui sì, ha resistito, ma solo perché di acqua sotto i ponti ne ha vista tanta e poi il Toro ce l’ha dentro.
Infine, quello studente, è riuscito ad entrare al quinto minuto del secondo tempo in Maratona, pagando sempre dieci euro, proprio perché, lui, un anno con il rischio di non poter vedere neanche una partita del Toro non riesce a stare.
Forse, se si vuole riportare la gente allo stadio, questa non è la politica migliore, almeno questo è quel che hanno pensato quelle centinaia di persone in coda ieri sera davanti alla biglietteria.
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