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di Valentino Della Casa - Probabilmente uscendo dal Comunale ieri sera si sarebbero sentite mille e uno pareri sulla partita del Toro appena disputata. Da “la migliore prova dei granata”, a “brutto passo...
di Valentino Della Casa - Probabilmente uscendo dal Comunale ieri sera si sarebbero sentite mille e uno pareri sulla partita del Toro appena disputata. Da “la migliore prova dei granata”, a “brutto passo indietro dopo la bella gara contro il Vicenza”, non si può di certo negare che la verità stia nel mezzo. Perchè se è vero che il Torino ha creato molto meno rispetto alle scorse volte, parimenti va notata la crescita dal punto di vista fisico della squadra, che, sposato ad una maggiore conoscenza tra i singoli elementi, vanta anche una maggiore compattezza a livello tattico, come ancora non si era vista. Dalla difesa alla trequarti.Già perchè dire che ieri al Torino è mancato solo il gol è sacrosanto, ma non a caso Ventura ha elogiato proprio le punte per il grande lavoro di sacrificio in fase difensiva, che, di fatto, ha impedito al Brescia (temibile, ma meno di quello che si potesse pensare) di andare più volte alla conclusione. Ne è scaturito un pari dove il Torino avrebbe potuto (ci auguriamo di non dover scrivere più avanti “dovuto”) portare a casa i tre punti, senza però enormi recriminazioni. Certo, il rammarico per le occasioni mancate non si discute, ma altrettanto c'è da rallegrarsi per diverse buone prestazioni, soprattutto dei giovanissimi.Inutile sottolineare l'ennesima buona prova dell'outsider (per l'età) Iori -soprattutto nel secondo tempo quando, guarda caso, è cresciuta tutta la squadra-, che ormai si erge a vero faro del centrocampo granata, mentre fa piacere vedere come stiano crescendo e balzando alla ribalta due giovani virgulti, su cui il Torino ha grandi progetti: Stevanovic e Darmian. Se siamo ancora in periodo “di semina”, già spuntano i primi boccioli. E le premesse sembrano ottime.Sempre nel centro delle azioni fondamentali (in attacco e in difesa), mai una sbavatura, senza eccessivamente strafare (soprattutto per il secondo), i due giocatori stanno via via meritandosi appieno la fiducia di Ventura, dando ampie garanzie per il proseguimento della stagione. Se il Toro ha saputo essere pericoloso davanti, e puntuale dietro, gran parte del merito va proprio ai due giocatori, che qualche anno prima giocavano nelle due milanesi.Ora, aspettiamo che sboccino definitivamente i vari Bianchi, Ebagua, Sgrigna, Antenucci, Ogbonna (Angelo è in netta crescita, dopo un inizio senza troppo eccellere, così come lo straripante Di Cesare): se si vuole ancora migliorare, è a loro che bisogna appellarsi per compiere il definitivo salto di qualità. Cosa che Ventura, previo un costante lavoro certosino e tanta pazienza, conta di vedere molto presto, a partire dalla sfida-esame contro la Nocerina (nonostante il turn over già preventivato), la quale sarà molto più difficile, e di conseguenza utile, di quanto si possa pensare.Anche se in trasferta, anche senza oltre diciottomila spettatori pronti a sostenere dal vivo la squadra. Il vero cambiamento sta avvenendo anche sugli spalti, con un entusiasmo rinnovato e tanta voglia di voler finalmente rivedere un Toro vincente e convincente. Non ci voleva poi tanto. Dopo tre anni, forse, lo si è capito.
(Foto: M. Dreosti)
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