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Lo si è sempre detto: nel calcio la testa conta almeno quanto la tecnica. Se una squadra gioca con la mente sgombera e senza la paura di commettere un errore al primo passaggio, riuscirà ad...
Lo si è sempre detto: nel calcio la testa conta almeno quanto la tecnica. Se una squadra gioca con la mente sgombera e senza la paura di commettere un errore al primo passaggio, riuscirà ad esprimere un calcio nettamente migliore rispetto a quello di un gruppo terrorizzato di sbagliare. Il Torino non ha ancora raggiunto il limite, eppure non sempre riesce a giocare tranquillo. Ultimamente, poi, inizia le partite con grande difficoltà e solo dopo essere passata in svantaggio riesce a reagire e giocare in modo differente. Lo si è visto mercoledì contro il Vicenza ed è successo nuovamente sabato contro il Livorno. Eppure i risultati sono stati differenti, anche perché nella gara casalinga gli ospiti hanno trovato il gol solo una volta . Poi, nel turno infrasettimanale non si è vista una pioggia battente come in Toscana. Sul campo bagnato si fatica molto di più e dover giocare 90 minuti con il terreno pesante non aiuta a livello di fiato.
Ciò che accomuna le due gare, però, è la reazione dei granata. Ancora una volta Bianchi e compagno sono scesi in campo dopo l’intervallo con un atteggiamento differente e hanno cominciato a spingere. È vero che contro gli amaranto proprio ad inizio ripresa è arrivato il 2-0, ma il gol di Luci è merito di un pregevole gesto tecnico individuale e non è il culmine di un periodo di pressione del Livorno. Anzi, è stata proprio la squadra granata quella che nei secondi 45 minuti ha fatto la partita. Sia a Torino che a Livorno la luce è stata accesa dall’ingresso di Gasbarroni. Il fantasista granata ha dato inventiva e qualità alla manovra, rilevando uno spento Iunco.
Si pensava che con la vittoria in rimonta contro il Vicenza i granata avrebbero scacciato tanti dubbi e acquisito maggiore personalità, eppure tre giorni dopo la squadra di Lerda è ricaduta nei soliti errori. Di positivo c’è da segnalare la reazione globale ed il fatto che fino alla fine nessuno abbia mollato, però tutto questo non potrà sempre bastare. È vero che bisogna fare i conti con l’avversario, ma non è possibile che si riescano a prendere le contromisure solo ad inizio ripresa. Qualcosa deve cambiare.
(Foto: M. Dreosti)
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