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Palermo, maledizione benedetta

Federico Danesi

Ci sono numeri che vanno letti semplicemente come...

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Ci sono numeri che vanno letti semplicemente come tali e altri che vanno invece interpretati. L’astinenza del Toro nelle vittorie a Palermo, che andrà avanti almeno sino alla prossima stagione è tra queste ultime. Perché se è vero che passeranno più di cinquant’anni dall’ultima vittoria granata lo è anche il fatto che Palermo e Toro (più i primi che i secondi) non solo nelle ultime stagioni hanno fatto saliscendi tra la A e serie minori.

NON PERDE MAI - Però resta il fatto che da quella rete di Locatelli del ’62 i due o tre punti, a seconda dei campionati, non sono mai arrivati. Così come che da allora complessivamente il Toro abbia raccolto lo stretto necessario. Ma rimane anche l’imbattibilità della squadra di Ventura in trasferta che non è comunque dato da poco in un campionato sinora per quelle che debbano pensare alla salvezza avaro in fatto di punti.

TRASFERTE, SI' E NO - Nonostante un blu che sarà anche legato ai Savoia ma nell’ex Regno delle Due Sicilie forse un pochino strideva il Toro da trasferta barcolla eppure non sa mollare, anche se questo Palermo nulla ha a che vedere anche solo con quello che tre anni fa aveva messo la parola fine con la zuccata di Cavani. Un test, in vista di due trasferte come quelle con Lazio e Napoli che si annunciano invece molto più impegnative.

PIU' CATTIVERIA - E poi ci sono altri numeri. Quelli che testimoniano come il Toro tra tutte le formazioni di serie A sia quella che sino ad oggi ha pareggiato di più (tre volte fuori): vista dal lato positivo resta una solidità complessiva che ancora una volta si è vista pure a Palermo. Ma resta la mancanza del killer instinct, quello che sino ad oggi non ha permesso di poter osare di più.

(foto M.Dreosti)