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Paloschi, predestinato

Redazione Toro News

di Alessandro Salvatico

 

A definirlo così è stato Carlo Ancelotti. “Predestinato” pare esserlo davvero, Alberto Paloschi da Brescia (o...

"di Alessandro Salvatico

"A definirlo così è stato Carlo Ancelotti. “Predestinato” pare esserlo davvero, Alberto Paloschi da Brescia (o quasi), faccia da ragazzino e carta d’identità anche. Il suo nome è divenuto noto molto presto, quando ha segnato i suoi primi gol con la prima squadra, del Milan, ma era goleador da molto prima. Con gli Allievi ha vinto il campionato facendone 3 in finale e 23 in totale nella stagione. Dopo il passaggio in Primavera, Ancelotti lo manda in campo con la prima squadra in Coppa Italia, contro il Catania; il minorenne Alberto segna all’andata e anche al ritorno (gli unici gol dei suoi, per la cronaca). Quando si dice “fiducia ripagata”.La celebrità arriva con la prima rete in campionato. Arriva per l’età del marcatore, per l’importanza del gol (da tre punti) e per la sua bellezza (che denota anche grande coraggio), per il tempo impiegato a realizzarlo: 18 secondi dall’ingresso in campo, zero palloni toccati prima di scagliare in porta quello vincente.

"Paloschi ha messo in mostra anche con le maglie delle rappresentative nazionali giovanili il sul talento. Talento affinato alla migliore delle scuole: quella dei grandi campioni. Fattore sovente sottovalutato, in realtà crescere misurandosi con i più forti è estremamente importante; è ciò che rende speciali i Paloschi e i Balotelli, che anziché maturare nelle categorie inferiori si confrontano giornalmente con gli Inzaghi e i Ronaldo e affrontano i Nesta e i Maldini. Stiamo parlando di un (probabile) baby-fenomeno. Dunque, perché il Milan dovrebbe lasciarlo andar via?