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di Paolo Morelli
Chissà perché, quando arriva il derby arriva anche un po’ di paura. Certo, questa volta forse esiste qualche motivo in più per averne, ma se si conta che...
di Paolo Morelli
Chissà perché, quando arriva il derby arriva anche un po’ di paura. Certo, questa volta forse esiste qualche motivo in più per averne, ma se si conta che siamo solo all’ottava giornata, e ci sono altre trenta partite, sembra davvero insensato temere così tanto un risultato negativo.Invece la stracittadina è un miscuglio di emozioni diverse, dove la paura va a braccetto con l’eccitazione e l’entusiasmo di giocare contro i “cugini”. La paura però non è solo dei tifosi, ma anche di chi compone la squadra. La cosa che forse un po’ rincuora, è che ad aver paura non sono solo i granata, ma anche i bianconeri, e non perché si gioca il derby, ma perché il derby significa il campionato. L’abbiamo già detto, ma lo ripetiamo ancora: sabato sera, l’esito del campo darà un segnale piuttosto attendibile sul genere di campionato che le due squadre andranno a disputare. Normale quindi che la paura di una sconfitta cresca con il passare delle ore.Aver timore di perdere genera spesso una partita tutt’altro che divertente, come è successo l’anno scorso, soprattutto all’andata. Ma il derby è così, non sai mai che cosa aspettarti. Può essere una partita di grande calcio, oppure un’accozzaglia di passaggi sbagliati, con gol brutti o papere dei portieri. O niente gol e niente tiri in porta. Capita. Sono gli scherzi dell’apprensione.Sabato sera la paura ci incollerà alla televisione oppure al seggiolino, a seconda di dove ci troveremo a guardare la partita. Ma non necessariamente questo sentimento dovrà essere vissuto negativamente. La forza di una squadra sta nel trasformare tutte le difficoltà in stimoli, e questo potrebbe essere uno stimolo notevole. Uno stimolo per risvegliare la squadra dalla pericolosa apatia che – salvo poche eccezioni – sembra contagiarla ogni volta in cui scende in campo. E se è vero che la paura fa 90, non può non venire in mente la maglia di Rolando Bianchi. Chissà che non sarà proprio lui a scacciare tutti i timori, guardalinee permettendo.
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