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“Pensavamo fosse morto”: dalla malaria al trauma cranico, la resilienza di Coco

Saul Coco Torino
Due eventi hanno segnato i primi anni della carriera del neo granata: ecco cosa è accaduto
Roberto Ugliono Caporedattore settore giovanile 

Due volte vivo per miracolo, due volte a lottare per la propria vita. Quella di Saul Coco è una storia di resilienza, ma anche di eventi decisamente drammatici. Come quelli che lo hanno colpito tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020. Prima la malaria e poi un brutto trauma cranico, due episodi che hanno portato la famiglia del ragazzo a credere che per lui la carriera fosse finita. Una famiglia che poi non l'ha abbandonato, come l'altra sera quando Coco è atterrato a Malpensa, al suo fianco c'era sempre suo padre.

Coco, nel 2019 lo spavento malaria

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Dicembre 2019, Saul è in ritiro con la Nazionale della Guinea Equatoriale. Dopo la partita contro il Tamareceite si sente male e viene portato d'urgenza in ospedale. La diagnosi è delle peggiori: malaria. Alla famiglia i medici dicono che molto probabilmente il ragazzo non avrebbe superato la notte. Alla fine sopravvive, quella puntura di zanzara causa solo tanto spavento. Dopo la paura il ritorno alla normalità. Anche se per poco.

Per Coco anche un brutto trauma cranico

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Due mesi dopo quel ricovero d'urgenza in farmacologia un altro grandissimo spavento. In un contrasto di gioco durante una partita con la terza squadra del Las Palmas sbatte la testa contro un muro a bordocampo e resta immobile a terra privo di sensi. Il suo ex allenatore Oujo poi racconterà: "Pensavamo fosse morto, non reagiva". Dopo lo scontro, la corsa in ospedale e un'altra diagnosi: grave commozione cerebrale, due fratture ai polsi e un grave trauma al ginocchio. Anche questa volta però Saul Coco si è rialzato, è tornato in campo, superando tutti i problemi relativi al duro scontro. Ora la chiamata del Toro dopo l'ottima stagione con il Las Palmas. La vita gli ha sorriso due volte e forse il calcio anche ha un valore differente per lui ora. Un gioco, perché questo è, ma anche la possibilità di godersi quella vita che lui sa avere un valore inestimabile.

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