In tanti si sono chiesti e si chiedono tutt'ora la ragione per cui il Torino non comunica mai il nome dei positivi al Covid-19, a differenza di quanto fanno o hanno fatto altre società di Serie A e non solo. La ragione è la seguente: i medici sociali del club granata, dapprima Tavana, ora Minafra, sono irremovibili nell’applicare il regolamento del garante della privacy, che riguarda qualsiasi tipo di azienda, quindi anche quelle calcistiche. “I datori di lavoro, nell’ambito dell’adozione delle misure di protezione e dei propri doveri in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro, non possono comunicare il nome del dipendente o dei dipendenti che hanno contratto il virus a meno che il diritto nazionale lo consenta”recita il regolamento. In aggiunta si dice: “In base al quadro normativo nazionale il datore di lavoro deve comunicare i nominativi del personale contagiato alle autorità sanitarie competenti e collaborare con esse per l’individuazione dei contatti stretti al fine di consentire la tempestiva attivazione delle misure di profilassi”. Nel calcio, tuttavia, il regolamento del garante della privacy, nato per non far passare, soprattutto ad inizio pandemia, come “untori” i positivi al Covid-19, è molto meno efficace rispetto ad altre tipologie d’aziende.
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Perché il Torino non pubblica i nomi dei positivi al Covid-19
Focus on / Il club granata segue pedissequamente il regolamento del garante della privacy. L’unica eccezione il caso Sanabria
REGOLAMENTO - A ridurre di molto l'efficacia del regolamento ci pensano le liste dei convocati che vengono diramate nelle ore precedenti la partita o la distinta ufficiale di gara. È immediato, infatti, con la lista dei convocati tra le mani o la distinta della partita, individuare chi manca in una squadra. Tecnicamente, però, non è stato associato il nome del calciatore coinvolto o del componente dello staff tecnico al Covid-19. Il Torino, come detto, per volontà dei propri medici sociali, sta seguendo pedissequamente il regolamento, mentre altre società si comportano diversamente, probabilmente di comune accordo con i loro tesserati. Bisogna segnalare, tuttavia, che club come Sampdoria e Fiorentina hanno modificato il loro approccio in corso d’opera. Inizialmente hanno svelato i nomi di eventuali positivi, poi, a seguito dell’emanazione del regolamento del Garante della Privacy, hanno smesso di farlo, imboccando perciò la stessa via del Torino. Il rispetto o meno del regolamento, comunque, praticamente in tutte le società, è in accordo con i tesserati che quindi sono consci della strategia adottata in materia dalla rispettiva società.
CASO SANABRIA - Il caso di Antonio Sanabria ha rappresentato un unicum per il Torino. Per il neo acquisto è stata annunciata la positività, appena dopo la firma del contratto. È chiaro che si tratta di una situazione del tutto particolare. Il Torino, infatti, è stato praticamente costretto a diramare l’esito del tampone dell’attaccante, non avendolo potuto presentare alla stampa e non avendo potuto scattare nemmeno una foto ufficiale nel giorno del suo arrivo sotto la Mole. Difficilmente si poteva fare diversamente. Pertanto, di comune accordo con l’interessato, il Torino ha immediatamente detto che Sanabria sarebbe rimasto in autoisolamento, essendo positivo al Covid, dal quale è guarito qualche giorno fa.
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