L'ex direttore sportivo granata Gianluca Petrachi ha rilasciato un'intervista esclusiva ai microfoni di Numero Diez, in cui si è raccontato a tutto tondo ripercorrendo alcuni degli episodi più significativi della sua carriera e toccando tanti temi legati al Toro, dal rapporto con Cairo alle operazioni di mercato più significative.
le voci
Petrachi a tutto tondo: “Cairo, Belotti, Immobile … Vi dico la mia”
Petrachi: "Cairo? Non c'è stato più rapporto. Magari in futuro..."
—Petrachi ha parlato del rapporto attuale con Urbano Cairo, a quattro anni dall'addio al granata: "Dopo dieci anni volevo fare anche un percorso diverso, era giusto che in quel momento facessi quella scelta. Dopo dieci anni, si instaurano anche dei rapporti che vanno al di là dell’aspetto lavorativo. Penso che Cairo questo l’abbia un po’ patito. E, come tutte le situazioni quando non ci si lascia “amorevolmente”, possono esserci delle frizioni. Onestamente, nel dopo non c’è stato più rapporto: non ho fatto più nulla, né vendere né comprare. Anzi, a Roma c’era proprio il veto che non potessi avvicinarmi ai ex miei calciatori. Però chissà, magari in futuro si tornerà ad avere un buon rapporto"
Petrachi: "Immobile? Non l'ho mai abbandonato. Belotti? Ecco come è andata"
—Petrachi è intervenuto poi su Ciro Immobile e Andrea Belotti. Sul primo ha detto: "Non l'ho mai abbandonato Immobile, gli sconsigliai di andare a fare questa esperienza in Germania. Tanto sapevo che sarebbe tornato, l’ho seguito. Dopo quelle stagioni in cui non fece benissimo, gli dissi: ‘Se vuoi, io ti porto dentro. Torni a fare quello che sai fare e poi, se Dio vuole, avremo la forza di riscattarti e prenderti’. Io mi sono sempre reputato un aziendalista. Il Presidente poteva spendere quei 10-12 milioni all’epoca, che era il riscatto che avevamo acquisito. Lui venne e fece benissimo. Un mese prima della fine del campionato, attraverso il suo agente Sommella, mi disse che non era più contento e che voleva, per motivi personali, fare una scelta diversa. Ne parlai con il Presidente e gli dissi che Ciro non voleva più rimanere. Quindi, non lo riscattammo per volontà del giocatore". E sull'addio di Belotti: "Il presidente ebbe la brillante idea di mettergli una nuova rescissoria a 100 milioni in uscita. Questo perché il presidente sa fare marketing e sa vendere il proprio prodotto. Per Belotti il Milan si presentò in maniera consistente. Quello era il Milan dei cinesi, quindi non c’erano garanzie economiche. La formula del Milan sarebbe stato un prestito con un obbligo di riscatto, ma il pagamento veniva posticipato nei 4/5 anni successivi. Quindi, nell’operazione da 55 milioni, avresti visto solo una parte dei soldi, gli altri negli anni successivi. In quel momento evidentemente il presidente non se l’è sentita, però c’è da dire che il giocatore voleva andare. Quindi da lì si innescano dei meccanismi che non fanno bene né al calciatore, né al club. Al Milan, Belotti avrebbe quadruplicato il suo ingaggio. Noi glielo sistemammo, ma non avremmo mai potuto raggiungere le cifre del Milan".
Petrachi: "Bremer? Ne ho subite di ogni quando è arrivato..."
—Poi ha parlato dell'operazione che ha portato Bremer al Torino: "Ne ho subite di ogni quando è arrivato Bremer, anche perché 5 milioni per il Torino erano tantissimi. Noi eravamo abituati a spendere 2-3 milioni, quelli che ci avevano permesso di monetizzare con Darmian. Quando sono andato a vederlo in Brasile, Bremer era un ragazzino giocava poco, però mi colpì questa grandissima personalità, questa velocità, questa forza". Poi ha continuato: "Io ero andato lì anche per chiedere Verissimo. Dissi al Presidente: ‘Per Verissimo sarà difficile, perché il presidente del Santos sta giocando al rialzo, è arrivato a 10 milioni'. Alla fine prendemmo Bremer, anche se certamente andava lavorato. Inizialmente Mazzarri voleva un giocatore pronto da mettere subito dentro, invece Bremer non lo era. Infatti, non l’ha fatto giocare da subito, per sei mesi l’ha lasciato in panchina senza farlo mai debuttare. Poi, come tutte le situazioni, sono venuti meno due giocatori del reparto difensivo e Bremer è stato buttato dentro. Lui si è fatto trovare pronto e da lì è stato un crescendo. Sicuramente è una delle operazioni che mi ha gratificato maggiormente. Il direttore sportivo vive anche di queste cose: la più grande soddisfazione è vedere la prospettiva del calciatore".
Petrachi: "L'operazione più difficile al Toro? Cerci. Maxi Lopez? Mi ci sono fiondato"
—Petrachi ha svelato infine quale è stata la trattativa più difficile nei dieci anni da Direttore sportivo del Torino: "La trattativa con cui abbiamo portato Cerci al Torino. Ricordo molto bene anche quando ho preso Maxi Lopez. Era un giocatore che nessuno più voleva. Io ero su Pinilla, soffiato dall’Atalanta. Allora mi fiondo su Maxi Lopez. Naturalmente ero solo contro tutti, perché dicevano che ormai Maxi era un ex giocatore. E invece, a partire da gennaio fece 10/12 gol. Dalla zona retrocessione, ci ritrovammo in Europa".
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