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Moreno Longo è uscito dal “Giuseppe Meazza” con nuovi dati da elaborare e con nuove consapevolezze. Il suo Torino dovrà cercare di ripartire da quei frammenti di gioco espressi nel corso della ripresa. Dovrà, però, cancellare e in fretta quelle ingenuità che ancora una volta l’hanno condannato. Errori tecnici e in fase di impostazione troppo gravi a certi livelli e ancor più preoccupanti considerata la situazione di classifica del Torino (soltanto cinque punti di margine sulla zona rossa). La prima partita contro il Milan (l’altro precedente risaliva ai tempi della Primavera) non ha portato in dote a Longo alcun punto, ma, a differenza dell’esordio con la Sampdoria, qualche timido segnale positivo è emerso.
MILAN E PIOLI - Dall’altra parte del guado si vede che Stefano Pioli ha già avuto a disposizione più tempo per lavorare a stretto contatto con la sua squadra. L’ex tecnico di Fiorentina e Inter è stato favorito, però, da una cosa in questo segmento di campionato vissuto sotto la Madonnina, ovvero dall’inserimento in squadra di un certo Zlatan Ibrahimovic. Pioli ha strutturato un gioco che ruota intorno alla stella più luccicante dello scacchiere rossonero, lo svedese. Tutto passa da lui in fase offensiva e in tanti ne beneficiano, primo fra tutti l’autore del gol decisivo Ante Rebic, che ha elevato il proprio rendimento esponenzialmente in questo primo mese e mezzo del 2020.
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CONFRONTO - Anche Longo sta studiando un modo per rendere più coinvolto Andrea Belotti, il faro del Torino dal punto di vista offensivo. Il gol al “Gallo” manca dal 5 gennaio e Longo lo sa bene. A Milano non si è ancora visto un maggior coinvolgimento nella manovra di Belotti che non ha praticamente avuto opportunità da gol nell’arco dei 90 minuti. Nel finale si è rivista anche la coppia formata dal capitano granata e da Simone Zaza. Che possa essere questa la soluzione per il Torino? Longo ha inserito nella lista anche tale variabile senza dimenticare nemmeno Vincenzo Millico, subentrato negli ultimi minuti a San Siro. È stato il tempo, dunque, il fattore che ha spostato gli equilibri nella sfida tra Pioli e Longo. Il primo fin qui ne ha avuto più a disposizione e il Milan, piaccia o non piaccia, sta assumendo le sue sembianze con sapientemente un Ibrahimovic al centro del villaggio rossonero. Il secondo, invece, sta lottando contro il tempo e contro il deteriorarsi della classifica: la guerra non è assolutamente persa, ma le prime due battaglie non hanno avuto l’esito sperato, sebbene qualche timido segnale di ripresa si sia visto a San Siro.
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