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Quello di "diventare grandi" non è un processo di cambiamento che avviene in pochi giorni. Ma un lento percorso fatto di esperienze, errori e insegnamenti che plasmano una persona nuova. Un percorso fatto di consapevolezza e assunzione di responsabilità. E proprio da queste due ultime parole chiave, si può dire, passa l'evoluzione calcistica di Daniele Baselli: pronto ad abbandonare a 26 anni compiuti l'etichetta di eterno "giovane promettente", per diventare vero e proprio perno del Torino attuale e di quello che verrà.
LA SVOLTA - Un avvio di campionato in sordina: i soliti dubbi, le critiche e infine i fischi provenienti dalla parte più impaziente della tifoseria granata. Poi il gol (con conseguente esultanza polemica) contro il Frosinone a sancire un momento di tregua. Alti e bassi continui, per un avvio di stagione che sembrava destinato essere in linea con quello degli anni passati. Ma la svolta, più caratteriale che tecnica, arriva: la sliding door della stagione di Baselli si palesa contro il Parma. Squadra sotto 0-2 in casa e Olimpico ammutolito. Baselli però è l'unico a continuare a lottare e il suo furore agonistico si trasforma prima in applausi e poi nel gol (inutile per il risultato finale) dell'1-2. Una prova di carattere per certi versi inaspettata, che ha trovato seguito nelle uscite successive: dal Cagliari al Sudtirol, fino al Milan e la Juventus.
RESPONSABILITÀ - La fiducia di Mazzarri non gli è mai mancata ma forse, proprio da quel giorno, il tecnico di San Vincenzo ha capito che Baselli è un ragazzo di cui ci si può fidare. Uno di quelli che in "guerra" non abbassa le armi fino al triplice fischio. E proprio su questo ha fatto leva Mazzarri per far crescere il ragazzo: diventare un esempio per i compagni. Ecco allora spiegato il perché del lungo colloquio prima del derby insieme a Belotti: sono loro i due giocatori che devono rappresentare un punto di riferimento per il Torino che c'è oggi e per quello che verrà. Parola d'ordine: "responsabilizzare". Durante l'ultimo derby la "guerra" - come l'ha chiamata lo stesso Baselli a fine primo tempo (LEGGI QUI) - l'ha persa, ma resta l'ottima prestazione individuale alla quale ora però serve dare continuità. Per essere un esempio nel Torino e dimostrare di essere finalmente diventato grande.
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