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toro
L'ultima volta che avevo visto il Toro era stato a Merano in occasione del triangolare con Cremonese e i padroni di casa, era il primo giorno del Torino Fc senza Rosina ed è stata l’ultima delle poche volte che Barone è risultato determinante per gli esiti della partita.Ora i due giocatori più pagati dal Torino Fc, una enormità rispetto alle deludenti prestazioni fornite negli ultimi due anni, non ne fanno più parte e stasera chiaramente non ne abbiamo sentito la mancanza.
Non che i 14 scesi in campo a Ivrea abbiano fatto vedere chissà che cosa però il Toro di Colantuono non ha bisogno di giocatori che portano palla prediligendo sempre come prima opzione l’azione individuale e non ha bisogno neanche di giocatori che fanno il loro compitino rallentando il gioco, anche perché il portare troppo palla e una manovra lenta sono stati tra i due problemi più grossi del Toro che ha battuto a fatica il Figline.
Portare palla si sa rallenta il gioco, può servire per far salire la squadra ma quando si attacca una squadra chiusa nella propria metà campo occorre una manovra che scorra veloce con giocatori che si muovono senza palla. Nel primo tempo il solo DDM cercava, non sempre con esiti positivi, di velocizzare la manovra e spesso le sue idee palla al piede o con movimenti smarcanti non erano sempre assistiti dai compagni.
DDM si è calato nella parte del capitano molto più dei suoi predecessori, non voglio bestemmiare ma mi è sembrato di vedere lo stesso spirito che aveva Brevi, vederlo rientrare a metà campo a recuperar palloni faceva a cazzotti con chi portava la fascia a passeggio per il campo e sono stati in tanti in serie A, a partire da Pancaro.Sul portare palla nel secondo tempo si è perso anche il successore di Rosina nel ruolo, ma il portare palla di Gasbarroni è stato per una mancanza di idee sia sue che dei compagni a volte troppo statici.
Colantuono dovrà lavorare ancora molto per sveltire la manovra, nel frattempo sono calati di molto i lanci lunghi dalla difesa o dal centrocampo, si cerca spesso la manovra rasoterra e questo è un bene anche se la palla gira ancora spesso in maniera lenta e prevedibile, diamo tempo al mister e al nuovo regista Loviso arrivato a Torino con un mese di ritardo.
A Ivrea però si sono viste anche cose positive sopratutto nel reparto difensivo dove il solo Pratali non è stato sufficiente, troppo impreciso palla al piede e non sempre sicuro di testa; mentre gli altri hanno offerto una discreta prova, solo sufficiente quella di Pisano.
Il poco filtro fatto dalla mediana ha messo soprattutto nel primo tempo in difficoltà i quattro difensori che se la sono cavata a volte con mestiere a volte grazie all’imprecisione degli attaccanti toscaniA metà campo infatti si è faticato sia a contenere che a impostare, Dzemaili è parso il cugino di quello ammirato lo scorso anno, mentre Gorobsov e Diana pur impegnandosi non hanno inciso più di tanto, nella ripresa con l’ingresso di Loviso la palla ha corso un po’ più velocemente.Loviso: un Ardito con i piedi buoni; contro formazioni di categoria vedremo se del grande Andrea ha la stessa sagacia tattica oltre alla conformazione fisica; i piedi e le idee offensive smbrano essere già meglio.
In attacco detto già della buona prova a tutto campo di DDM e analizzata la prova di Gas, ci soffermiamo a parlare delle punte che sono state entrambe fermate dai pali ma che sembrano troppo simili per poter giocare assieme, buon per Bianchi il gol almeno dal punto di vista morale.
Venerdì a Livorno sarà più dura, ma quello che importa sono le ultime due delle quattro partite che si giocheranno di fila contro squadre toscane, quelle del campionato.
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