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di Alessandro Salvatico
“Ancora qualche giorno, in settimana decideremo chi sarà l’allenatore”, ci dice Urbano Cairo. L’impazienza tifosa, quando si...
"di Alessandro Salvatico
"“Ancora qualche giorno, in settimana decideremo chi sarà l’allenatore”, ci dice Urbano Cairo. L’impazienza tifosa, quando si approssima il calciomercato, è nota ed è perfino legittima; i ritardi che spesso hanno caratterizzato le mosse granata, negli ultimi anni, le giustificano vieppiù.Ma quante panchine sono ancora vacanti, per ora, nel panorama calcistico italiano? Il Torino è davvero l’ultima ritardatarie? Parrebbe di no, e dobbiamo limitarci ad osservare la Serie A (per quanto non appartenga più ai granata) perché la cadetteria non ha ancora chiuso la stagione e perché l’eventuale volto nuovo alla guida del Toro arriverebbe probabilmente proprio dalla massima categoria.
"Ci sono le squadre che hanno un progetto, e purtroppo i granata non sono tra queste, le quali quindi confermano gli uomini che le conducono da anni: Prandelli per la Fiorentina, Gasperini per il Genoa, Spalletti per la Roma, Marino per l’Udinese, Donadoni per un Napoli che il progetto vuole farlo ripartire, dopo averlo perseguito per anni con Reja.E c’è chi, tra gli allenatori, si è meritato la conferma con i risultati: lo scudettato Mourinho all’Inter, i salvatori Di Carlo e Papadopulo al Chievo e al Bologna, i neopromossi Conte e Guidolin al Bari e al Parma.
"L’Atalanta ha conteso Ballardini alla Lazio, la quale segue Allegri ma anche un gran numero di tecnici stranieri “di nome”: Schuster, Juande Ramos, Scolari, Michael Laudrup. Giampaolo e lo stesso Allegri, che hanno deciso di lasciare le rispettive società, sono entrambi molto appetiti; i club da essi abbandonati pensano a soluzioni diverse, quali l’ex giocatore rossoblù Bisoli per il Cagliari (ora al Cesena) e una soluzione interna (Cappellacci o Baroni) per il Siena. La strana situazione che si è creata nel mercato degli allenatori lascia speranza, al Torino, di agganciare un mister di livello superiore. Certo, che il retrocesso Lecce abbia confermato De Canio fa pensare che forse davvero si possa scegliere sulla base di quanto visto, in campo e in spogliatoio, e non solo su elementi decisamente meno probanti quali i risultati “raccolti” in nove settimane scarse e partendo da basi frammentarie, come avvenuto -tanto per essere espliciti- all’allenatore torinese e torinista Giancarlo Camolese.
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