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Quando il Toro gioca male… il castigo arriva puntuale!

Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 
“Non dobbiamo dimenticarci chi siamo e da dove arriviamo”. E' questa in sintesi la riflessione che Giampiero Ventura ha dedicato ai suoi ragazzi e ai tifosi dopo la sconfitta contro il Cagliari. Giusto riflettere sulla prestazione...

“Non dobbiamo dimenticarci chi siamo e da dove arriviamo”. E' questa in sintesi la riflessione che Giampiero Ventura ha dedicato ai suoi ragazzi e ai tifosi dopo la sconfitta contro il Cagliari. Giusto riflettere sulla prestazione negativa del Toro. Una partita dai due volti: un primo tempo con i granata a fraseggiare nel solito palleggio e possesso palla con alcune buone fiammate di Darmian sulla fascia nei primi cinque minuti, sicuramente il migliore del Toro insieme a Gazzi, poi qualche buona triangolazione, qualche sporadica fiammata e un solo tiro in porta al 16’ con  Bianchi che di testa indirizza verso Agazzi un traversone di Darmian ma senza impensierirlo. Nel secondo tempo ci si aspetterebbe un Torino più gagliardo, più vivace, ed invece i granata entrano in campo molli e con poche idee subendo e perdendo, più che per il gioco espresso dagli avversari,  i duelli e le qualità individuali contro i cagliaritani. Poi i due episodi che hanno decretato il risultato dei 94’: il rigore su fiondata potente di Astori su Glik che invano cerca di proteggersi istintivamente e il gol annullato giustamente a Bianchi per questione di 10 centimetri. Questa la sintesi della sconfitta subita contro i rossoblu di Pulga.

Una squadra, quella cagliaritana, che di certo non merita il posto in classifica che occupa. D'altronde le qualità dei giocatori sardi son ben note a tutti: calciatori come Ibarbo, Nenè, Conti, Astori e Nainggolan spiccano per le loro doti tecniche e son proprio questi cinque che hanno alla fine fatto la differenza nei secondi 45’. Ibarbo e Nenè hanno di fatto tenuto sempre in apprensione la difesa granata, ancora vibra il palo interno del colombiano e sono ancora caldi i guantoni del superGillet sul tiro all’incrocio dei pali del brasiliano. E il Toro? Sbiadito! Mai son giunte vere conclusioni verso la porta di Agazzi se si eccettua un tiro di Bianchi che sfiora il palo su assist di Sansone e un tiro di Gazzi nei minuti finali della partita. Una sconfitta che non è da vivere come un dramma e soprattutto non deve togliere nulla all’ottimo avvio di stagione dei ragazzi di Ventura.E’ la prima partita in cui il Toro non ha fatto la prestazione come Ventura comanda. Quali siano le dinamiche di questo flop granata le troverà sicuramente in questa pausa nazionale il Giampiero. Recentemente avevo sottolineato come questa squadra potesse trovare difficoltà in casa nella fase offensiva per mancanza di spazi e che forse giocare dall’inizio con un centrocampista in più avrebbe dato più verve al gioco granata. Se è vero che la partita è stata sostanzialmente equilibrata a livello di gioco, nessuna squadra ha dominato l’altra, e altrettanto vero che il Cagliari è riuscito bene a bloccare gli esterni granata e ha avuto le vere occasioni da gol, tanto da non rubare nulla al risultato. Il Toro spesso si è trovato con un Cerci troppo evanescente se non assente nel secondo tempo, mentre nel primo tempo spesso è stato trascurato dai compagni. Dall’esterno romano ci si aspetta decisamente di più a patto che sia supportato dal gioco e dai compagni.La fase offensiva del Toro contro il Cagliari è stata davvero inesistente, alla buona volontà di Bianchi, anche in fase di costruzione, che ha sfoderato gli unici tre tiri degli avanti granata fa da contraltare la brutta prova di Sgrigna prima e Meggiorini poi incapaci  di dare qualità all’attacco granata. Sgrigna  è un ottimo giocatore per la serie B ma in serie A serve altra qualità che lui non ha nonostante l’impegno! Discorso diverso per Meggiorini, uno che la massima serie l’ha giocata a Bari e Bologna  con buoni risultati come supporto di Barreto e di Di Vaio ma non certo come realizzazioni. In questo scorcio di campionato l’ex novarese è una delusione: veder ciccare un pallone al limite dell’area al 78’ è la riprova che il giocatore non gioca con tranquillità. Forse puntare su Sansone che ha giocate di qualità, suo l’unico vero spunto di luce in attacco verso Bianchi, servirebbe a scuotere anche i due desaperacidos. Inoltre l’ex Sassuolo ha nel tiro a rete uno dei suoi maggiori pregi, qualità che oggi manca al Toro. Quando arriverà l’ora di Sansone?  Queste sono riflessioni che portano a dire che Bianchi è troppo solo e che l’alternativa al gioco sulle fasce non può che prescindere dall’avere un regista vero a centrocampo.Una sconfitta che non è tragedia ma deve suonare come un piccolo campanello d’allarme volto a guardare bene gli errori commessi e dove migliorarsi. Questa è una squadra che sin qui ha svolto bene il suo compito di neopromossa ed è una compagine, nonostante alcune lacune tecniche nell’organico, che può giocarsi il campionato di serie A tra il settimo e il decimo posto a patto che giochi come sa giocare, e ha giocato nelle prime  6 partite, con grinta,cuore e cervello senza lasciar nulla di intentato al caso.Gino Strippoli   (foto Dreosti)