toro
di Andrea Ferrini
Sono quei tiri sporchi che segui con lo sguardo finché non rotolano in fondo al sacco, che rimbalzano un paio di volte e beffano il portiere. Portiere, Frison in questo caso, che,...
di Andrea Ferrini
Sono quei tiri sporchi che segui con lo sguardo finché non rotolano in fondo al sacco, che rimbalzano un paio di volte e beffano il portiere. Portiere, Frison in questo caso, che, come spesso succede al Toro, fa la partita della vita. O quasi.
Eppure Bianchi c’aveva provato più di una volta ad entrare fin da subito nella top ten dei più bei gol della serie B. Poco prima della mezz’ora fa scattare tutti in piedi con una perla delle sue. Riceve palla a un paio di metri del vertice dell’area, si ferma, alza la testa per mezzo secondo e tira. Durata totale del gesto: due secondi. Pallone che viaggia morbido e inesorabile verso il sette, per rimbalzare sulla traversa.
Poco prima Rolando era volato mezzo metro più alto dei difensori biancorossi, torsione da ariete d’area ma pallone poco preciso che si spegne a lato della porta.
Sempre durante il primo tempo il numero 9 granata, azzurro in questo caso, cerca di replicare la splendida rovesciata contro la Reggina che abbiamo ancora tutti davanti agli occhi. Gesto istintivo che, anche in questo caso, pecca di accuratezza.
E ancora un tacco, quello forse sì un po’ troppo lezioso, che va ad impattarsi contro il muro difensivo vicentino.
Dopo tutto questo cosa risolve la partita? Un tiro insidioso che rimbalza due volte davanti al portiere e un movimento da segugio del gol. Al cross di Antenucci Bianchi subito si muove per aggirare il capannello di difensori accalcatisi per contrastare l’inserimento di Basha, quasi sapesse già dove sarebbe carambolato il pallone. Solo di fronte alla porta, piattone che senza troppa fretta si insacca nell’angolino alla destra di Frison. A volte basta questo, un tiraccio anonimo e il fiuto dell’attaccante, per portare a casa una vittoria pesante.
(Foto: M. Dreosti)
© RIPRODUZIONE RISERVATA