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Quanti incroci con l’andata

Redazione Toro News

di Valentino Della Casa

Quando davvero si dicono coincidenze: tra la partita d’andata contro il Gallipoli, e quella di ritorno che verrà disputata tra due giorni, esistono dei...

"di Valentino Della CasaQuando davvero si dicono coincidenze: tra la partita d’andata contro il Gallipoli, e quella di ritorno che verrà disputata tra due giorni, esistono dei collegamenti davvero incredibili, che potrebbero anche far ben sperare, se ci si volesse affidare a riti scaramantici e Cabale di ogni genere, che, in qualche modo, fanno comunque parte del mondo del pallone.Cominciamo col dire che per la prima volta da quando è alla guida del Torino, mister Colantuono non siederà in panchina, a causa della squalifica rimediata settimana scorsa contro il Crotone. Al suo posto vedremo in panchina Gabriele Matricciani, vice del mister romano. Ma già qui, balza all’occhio una statistica. L’unica partita di questa stagione, in cui un allenatore del Toro (in questo caso, Beretta) non ha potuto assistere la squadra a bordo campo, restando in tribuna (per motivi di controlli medici non superati, però) è stata proprio contro i giallorossi allora guidati da mister Giannini.Ci fu infatti Zoratto, quella volta, e la squadra che scese in campo allora, tra l’altro, è quella che conta il maggior numero di giocatori potenzialmente titolari sabato prossimo. Nonostante si sia cambiato moltissimo, a Gennaio, ben 6 di quegli undicesimi, potrebbero essere della partita: Sereni, Loria, Ogbonna, Rubin, Gasbarroni, Bianchi (e consideriamo che Beligheri, Zoboli e Gorobsov sono rimasti comunque in squadra). Un record, visto che spesse volte, dei giocatori arrivati a Giugno, solo 3 o 4 scendevano con regolarità in campo anche dopo la rivoluzione petrachiana. Infine, a segnare il suo ultimo goal in granata fu David Di Michele, che in quello stadio continua a giocare, ma per il Lecce.Coincidenze? Sì. Destino? Può darsi. Ma se anche il risultato di quella brutta partita fosse lo stesso per i granata, allora al destino, forse, si potrebbe anche strizzare l’occhio, una volta ogni tanto.

"(Foto: M. Dreosti)