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Le prime parole sembrano di circostanza, il seguito dimostrerà che invece Gianluca Petrachi è persona estremamente concreta. E fa una cosa rara, per una conferenza di presentazione in generale, e ancor più per uno che viene presentato presso il Toro: evita la retorica. “Sono molto felice di essere qui”, esordisce, “ma sono soprattutto molto motivato”. E spiega anche perché: “Essere qui porta motivazione. Quando sei calciatore, giocare contro Torino, Juventus, Roma, Milan etc. ti dà adrenalina, già nell'attesa; esserci dentro da dirigente dà un entusiasmo diverso, ma simile nella proporzione”. Un punto di vista inconsueto ma interessante. “Sono contento di essere stato scelto, e sono contento della consacrazione avuta da Rino(Foschi, ovviamente, ndr), perchè il presidente è stato molto attento sotto questo aspetto: non voleva in nessun modo turbarne la suscettibilità, dunque mi aveva avvisato che prima di propormi un accordo avrebbe sottoposto per bene la questione all'attuale direttore sportivo. Ringrazio tutti per questo”.Quindi, subito chiarezza sul ruolo: “La mia figura non sarà in alcun modo un intralcio: ci sarà grande collaborazione con l'attuale staff. Mi auguro che le mie doti e competenze portino un valore aggiunto ad una società che intende crescere”. Ieri sera c'è stato un incontro con Foschi e Cairo, che ha posto le basi del lavoro che verrà. “Il binomio con Rino mi auguro duri nel tempo, perchè in un grande club ci vogliono diversi grandi manager”. E qui, viene precisato uno dei motivi che ha condotto Petrachi a Torino, con molta sincerità professionale: “Potevo fare il direttore sportivo, altrove; ma credo in questa scelta, perché penso che la vicinanza di Rino possa aiutarmi a crescere, e a diventare quel dirigente di successo che spero di essere, nel mio futuro”.La parola al maestro, allora; Foschi aggiunge chiarimento a chiarimento su cosa cambia nell'operatività in casa granata: “Non cambia niente!”, attacca. “C'è il presidente, c'è un ds con pieni poteri che sono io, e ora una sinergia in più; un confronto in più”. Petrachi riprende la parola: “Lui passerà messaggi a me, e dirà quel che va fatto. Io spero di condividere sempre al 100% quelli che saranno i suoi punti di vista, ma poi il confronto è un punto di crescita”. Una precisazione sull'allenatore: “Con Beretta non ho mai lavorato: lo conosco perché sono di Lecce e spesso mi recavo al campo durante gli allenamenti, niente di più; in giallorosso mai fatto nulla, non voglio prendermi retrocessioni che non sono mie! (ride)”. La sua carriera da dirigente: “Pochi mesi all'Ancona, stagione 2003-'04, quindi subito il passaggio a Pisa, tre anni”.E ora, il grande salto. Paura? “No, quella è figlia dei deboli, e io credo di essere abbastanza forte. Sono pronto ad essere giudicato da migliaia di tifosi quali sono quelli del Torino, questo sì, ed è dura. Se qualcuno ha paura -dice, ripetendo inconsapevolmente un messaggio di alcune settimane addietro del suo nuovo datore di lavoro- non è da Toro; perché un po' di personalità è importante sempre”. L'aspetto caratteriale è tenuto in massima considerazione da Petrachi, che ne è anche uno studioso, calcisticamente parlando: “La ricerca, mia personale, sarà sulle motivazioni. Perché sono loro che alimentano tutto (Foschi annuisce convinto, ndr)”. Un passaggio importante, per chi finora ha avuto un punto di vista esterno alla situazione: “Forse, e dico forse, questa squadra ha smarrito la motivazione. E poi, nell'ambiente si instaura la convinzione che vada tutto male, non ce n'è uno buono, Foschi ci capisce poco, l'allenatore precedente era un incapace, e così via. Questo gruppo è partito benissimo, con vittorie sonanti, poi, quando sono arrivate delle difficoltà, non ha saputo tenersi a galla; e si arriva a situazioni di tutti contro tutti”. Sembra abbia vissuto tutto dal di dentro, fin dal primo giorno. “Ora, vorrei si riavvolgesse il nastro, e si arrivasse al punto in cui si può ricreare l'entusiasmo. La vetta non è così lontana. E il campionato, a mio avviso, è mediocre; pensate all'Ancona, salvo all'ultimo respiro l'anno scorso, che ha cambiato tre titolari su undici ed è in cima. E' un campionato livellato verso il basso, diciamolo”. Come non sottoscrivere?Guarda i video della presentazione di Petrachi sulla web Tv di Toro News
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