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"A Napoli prima al seguito di Ulivieri, undici anni più tardi invece per aprire un ciclo, anzi, IL ciclo che ha di fatto riportato stabilmente i partenopei nel gotha del calcio italiano e continentale. Sotto il Vesuvio, Walter Mazzarri è rimasto nel cuore di molti, uno in particolare: Raffaele Auriemma, nota e apprezzata voce dal cuore azzurro.
"Buongiorno Raffaele. Partiamo dall’evento scatenante, il derby di Coppa Italia. Che partita ti è sembrata?
Mi limito a dire che la Juve ha confermato di essere la squadra più forte del campionato e il Toro di poter fare di più, ma di non riuscirci. Ho visto una squadra senz’anima, smarrita che poi ha avuto una reazione furente dopo l’episodio del Var. Mancava equilibrio nella conduzione della gara e sotto questo aspetto Mazzarri è un maestro.
"Addio Mihajlovic, benvenuto Mazzarri. Per caratteristiche, sue e del Toro, è un matrimonio azzeccato?
Credo che Cairo abbia fatto la scelta migliore possibile, perché, senza nulla togliere a Mihajlovic, credo che in questa situazione uno come Mazzarri possa far crescere la squadra più di quanto fatto finora. Troppi pareggi per i granata, che hanno giocatori in grado di portarti all’Europa League. Mazzarri è l’uomo giusto, è uno degli allenatori italiani top al pari di Conte, Sarri, Gasperini e Allegri.
"Che ricordo hai di lui a Napoli?
Al momento, il suo è ancora il miglior rendimento di un tecnico al Napoli, superiore anche a quello di Sarri. E con giocatori di tutt’altro livello. Non dimentichiamo che il Napoli tenne in scacco per 100 minuti il Chelsea, futuro vincitore di quella Champions League, con Aronica a marcare Drogba. Significa accettare un rischio enorme, ma anche far rendere al massimo i propri giocatori perché quella sera Aronica sembrava Piqué. Con Mazzarri le partite te le giochi fino all’ultimo secondo e spesso riesci anche a ribaltare dei risultati già scritti. Non vedrete più tutti quei pareggi…
"Che effetto ti aspetti possa portare il nuovo mister a Belotti e compagni?
Mazzarri deve aprire un ciclo al Torino, non è di passaggio. Storicamente, poi, quando subentra fa bene. Al Napoli arrivò a metà ottobre quando eravamo sest’ultimi e inanellò subito quindici risultati positivi. Lui è uno che urla tanto in panchina, dà la carica negli spogliatoi, si fa sentire, ma al contempo schiera sempre squadre ragionate e modellate sull’avversario. State certi che contro la Juve lui non se la giocherebbe mai come ha fatto Mihajlovic. Metterebbe (e metterà) in campo un Torino molto più energico, attivo, una formazione più umile, ma nel senso positivo. Il cardine della sua filosofia è che non si parte mai battuti. Umili, con rispetto dell’avversario, ma sapendo di poterlo battere.
"Guardando alla sua storia, ci dobbiamo aspettare una difesa a tre?
Una delle qualità migliori di Mazzarri è di saper cambiare a partita in corso. A Napoli spesso iniziava con il 3-4-1-2 o il 3-5-2 e, se aveva necessità di maggior peso davanti, finiva le partite con un 4-3-3. Detto ciò la difesa a tre fa parte del suo dna, ma non fatevi ingannare. Il suo 3-5-2 non è per nulla un modulo remissivo, anzi. D’altronde è stato lui a insegnarlo a Guardiola…
"Prego?
Durante il trofeo “Gamper” del 2011 tra Barça e Napoli, Pep Guardiola, allora tecnico dei blaugrana, si soffermò a lungo con Mazzarri per chiedergli della difesa a tre, soluzione che poi adottò. Ancora oggi al City spessa schiera i tre centrali.
"Al di là dell’aspetto tecnico, sembra che tu sia felice umanamente del suo ritorno in Serie A.
Sono contento che sia rientrato in Italia dalla porta principale e in una società storica e blasonata, perché Walter merita molto di più delle offese e battutine che ha ricevuto. Dalla storia della pioggia come scusa alla fama di essere uno che si piange addosso. Questa è un’etichetta che gli hanno cucito addosso ai tempi dell’Inter perché a Milano qualcuno voleva cacciarlo e prendere Mancini. Diciamo che deve solo gestire meglio la comunicazione, perché esternamente appare peggio di quello che in realtà è. Altri suoi colleghi, meno bravi di lui, si sanno vendere meglio. Spero che a Torino abbia modo di lavorare, perché sarà il campo a dimostrare quanto vale Mazzarri. Può essere l’occasione giusta per rilanciarsi anche per una big in grado di fargli vincere qualche trofeo importante.
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