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Rampanti: “Ben arrivato al Torino, Simone Zaza”

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Parola al Mister / Serino analizza così i temi caldi del momento in casa Toro dopo il pareggio in casa del Verona
Gianluca Sartori Direttore 

Incredibile, surreale, clamoroso: è con uno a scelta di questi aggettivi che è possibile definire il pareggio del Torino a Verona. In "Parola al Mister", come di consueto con garbo e lucidità, Serino Rampanti analizza i temi più caldi in casa Toro.

Serino, che dire di quanto accaduto?

"Quanto successo nell'ultima giornata fortifica la mia tesi sul fatto che sui risultati influiscono tanti fattori: tra questi, un ruolo importante lo gioca la componente arbitrale. Vedi il rigore fischiato a Bremer, mentre in un'occasione simile non è stato assegnato al Torino un penalty nel derby. Potrei continuare ancora per molto, ma mi fermo. E poi certo, ci sono altre componenti: lo stato di forma dei singoli, le decisioni della società e dell'allenatore, l'ambiente interno e quello esterno alla squadra..."

Il rigore è stato proprio uno spartiacque, al Bentegodi si sono viste due partite.

"A Verona il Torino è sceso in campo con un modulo perfetto e ha giocato per 70 minuti la miglior partita della gestione Mazzarri, anche meglio di quanto fatto in quella famosa vittoria esterna contro la Sampdoria della scorsa stagione. Il 3-0 stava perfino stretto; la squadra avrebbe potuto esser sul 5-0 viste le occasioni avute. Proprio per questo è incredibile che la partita sia terminata in parità. Bisogna essere obiettivi, serve un mea culpa generale, da parte di tutti". 

Come si può spiegare un tracollo simile?

"Alcuni giocatori fanno fatica a crescere sul piano della personalità. Intendo che devono capire i momenti della gara e comportarsi di conseguenza. Faccio qualche esempio. Quando il gioco si fa duro, Zaza e Belotti devono moltiplicare gli sforzi nel tenere la palla; prima di farsela sfilare, devono passarla o farsi fare fallo. Non è stato così. I difensori, quando si soffre, devono moltiplicare le attenzioni, invece hanno mollato da tutti i punti di vista. E poi, i centrocampisti. Si sono abbassati troppo sulla linea della difesa. Baselli, quando (come successo altre volte) è calato dal punto di vista atletico, ha rinculato troppo sulla linea dei difensori, oltre a non riuscire a dare i tempi giusti alla manovra. Fa specie leggere la sorpresa sul suo volto quando Mazzarri lo sostituisce; se continua così, dovrà succedere sempre più spesso, per il bene della squadra. Certo, non è che chi lo rileva brilli particolarmente, ma almeno garantisce più tenuta atletica". 

Si è parlato molto dei cambi di Mazzarri, soprattutto il primo, Belotti per Berenguer. 

"Quando si vince, i cambi sono stati indovinati, altrimenti no. E' così da sempre. In passato Mazzarri ha spesso inciso positivamente con le scelte a gara in corso, direi nel 90% delle occasioni. Stavolta non è stato così. Se la squadra avesse vinto, avremmo elogiato Mazzarri per essere riuscito, oltre ad ottenere il risultato come sembrava potesse accadere, anche a dare dei minuti di gioco a Belotti. Invece, visto il risultato, ci ritroviamo a dire che il cambio non ha sortito gli effetti sperati". 

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Parliamo ora di alcuni singoli: per Aina una svista pesante, quella in occasione del terzo gol veronese. 

"Indubbiamente è così, ma io lo aspetterei. Secondo me con i giovani gli errori vanno messi in conto. Anche Bremer ne ha fatti e poi è cresciuto. Aina dal punto di vista fisico e tecnico ha tutto per diventare un giocatore importante, io ci credo ancora". 

Verdi: da parte sua altri segnali di crescita costante. 

"Mi è piaciuto molto. Ha una qualità superiore e sa prendersi dei rischi. E' cresciuto atleticamente e si vede. A questo punto ci dobbiamo aspettare da lui dei gol ma credo proprio che non tarderanno ulteriormente". 

Berenguer: in casa è un giocatore, in trasferta un altro. 

"Deve riuscire a lavorare su sè stesso per superare gli ostacoli emotivi che lo frenano quando gioca a Torino. Quando lo farà, sarà un giocatore su cui contare per parecchio tempo. Evidentemente quando parte titolare davanti al pubblico di Torino non si sente a suo agio, avverte in modo negativo le responsabilità. Deve crescere in questo, ma le qualità le ha eccome".

Infine, Zaza: in passato non gli hai risparmiato stoccate. 

"Voglio dargli ufficialmente il benvenuto a Torino. Visto come ha giocato domenica è come se fosse arrivato solo da pochi giorni perchè solo ora sta iniziando a dare quel che ci si aspetta. Ha giocato per la squadra, con razionalità, intelligenza e qualità, evitando scatti inutili. Finalmente, oserei dire". 

A questo punto a gennaio sarà meglio trattenerlo, se continua così. 

"Non mi esprimo su questo, non è compito mio, come non è compito mio parlare dei recenti accadimenti extra-calcio. A me piace parlare delle questioni di campo, la mia esperienza è in questo campo, ed è di questo che mi piace parlare, anche stimolando il dibattito tra i nostri lettori". 

 

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