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Rampanti: “Cairo, ora un esame approfondito. Longo-Millico? Ecco come la penso”

Gianluca Sartori Direttore 
Parola al Mister / Serino analizza così i temi in casa Toro all’indomani della conclusione del campionato

Il Torino chiude la Serie A 2019/2020 a quaranta punti: è il momento di tirare le somme e al contempo di voltare pagina per cercare di far sì che una stagione così disgraziata resti un episodio isolato. Insieme a Serino Rampanti, nella nuova puntata di “Parola al Mister”, cerchiamo di approfondire alcuni dei temi più caldi del momento in casa Toro.

Serino, tiriamo le somme di questa stagione. Quali sono le tue impressioni?

“Parto col dire che quando Cairo ha preso il Torino, secondo me, un progetto ce lo aveva, da imprenditore di prestigio quale è. A questo punto, però, arrivati a quindici anni di reggenza, il presidente è chiamato a fare un esame approfondito per capire quali sono stati gli errori e dove si poteva fare meglio. Credo che abbia ormai capito che il calcio è un’azienda che è un unicum rispetto agli altri settori economici. C’è una quantità infinita di variabili, grandi e piccole, che sono imprevedibili e che possono incidere”.

Da cosa ripartiresti?

“Ripartirei dall’individuazione di una struttura societaria completa e affiatata, con gli uomini di comando giusti al posto giusto. Questi devono avere una sensibilità particolare, un sesto senso, chiamalo come vuoi. E una grande importanza ce l’hanno soprattutto i settori legati allo scouting e al settore giovanile. Queste due componenti del motore devono girare perfettamente se si vuol puntare ad avere una macchina che viaggi spedita. E per raggiungere la giusta alchimia spesso servono anni di tempo. Quando in questi due settori, scouting e settore giovanile, mancano persone con la giusta esperienza e con il giusto attaccamento ai colori, si fa poca strada. Se si è imparato dagli errori si sarà capito che è soprattutto in questi campi che bisogna concentrare gli investimenti. Ripeto: investimenti, non spese. E proprio relativamente a questo c’è qualcosa che mi preoccupa”.

Che cosa?

“Ho letto che agli allenatori del settore giovanile è stato imposto un taglio del 20% sullo stipendio. Ecco, non so se sia vera questa notizia, ma se lo fosse sarebbe un segnale molto negativo. Una società che concede ingaggi esagerati ai calciatori della prima squadra e toglie qualche migliaia di euro a chi dovrebbe insegnare il calcio ai giovani parte col piede sbagliato”.

Longo si è congedato: come giudichi il suo operato?

“Positivamente. Ha fatto il possibile. La situazione non era delle più facili, anzi. Secondo me molti giocatori avevano la testa tra le nuvole ma lui è stato in grado di riportarli sulla terra per rimettere in sesto le cose. Il futuro dirà quanto vale davvero questo allenatore. In generale, comunque, la stagione è stata ovviamente una delusione”.

Nella parte finale della sua avventura in granata ha deciso di escludere per motivi disciplinari Edera e Millico (quest’ultimo per due partite). Che idea ti sei fatto della vicenda?

“Prima di giudicare compiutamente bisognerebbe sapere esattamente cosa è successo. In generale, dico che rispetto ai miei tempi oggi è più facile arrivare in Serie A, ma è più difficile rimanerci. Spesso i giovani calciatori che vengono aggregati alla prima squadra e sentono il fruscio dei primi soldi pensano che il più sia stato fatto. Invece devono avere intorno a sé persone equilibrate e sagge che li avvisino che invece il difficile è proprio confermarsi. Gli elogi non ti aiutano a crescere quanto le “musate” che prendi. Ecco allora che è fondamentale che intorno ci siano persone assennate che sappiano far tenere i piedi per terra. Non posso dire con certezza cosa sia successo con Millico, ma conoscendo Longo, se ha preso questa decisione un motivo ci sarà”.

Probabilmente arriverà Giampaolo. Che pensi di lui?

“A dire il vero non lo conosco approfonditamente. Ricordo però le numerose sconfitte in cui incappò contro Mazzarri quando quest’ultimo era alla guida del Toro. Comunque aspettiamo l’ufficialità, io ho ancora qualche dubbio che alla fine arrivi veramente lui”.

Zaza ha fatto un gran gol a Bologna. Tu non gli hai mai risparmiato critiche anche dure. Che dici ora?

“Dico che non saranno un gol o due a farmi cambiare idea. Perdonami ma ho la presunzione di saper valutare un calciatore essendo stato tanti anni nel calcio. Zaza perde troppi palloni, fa troppi falli, è poco razionale. Secondo me sono più i difetti dei pregi, io per una mia squadra ipotetica non lo prenderei mai. Ora starà al Torino decidere il suo futuro, passiamo la palla a Vagnati”.

Infine, Belotti e Sirigu: ti aspetti che rimangano al Toro?

“Mi aspetto un mercato molto aperto in cui nulla dovrà essere dato per scontato. Il principio guida deve essere uno e uno solo: al Torino devono restare giocatori motivati ed entusiasti di giocare qui. Dire di no a prescindere alle cessioni abbiamo visto a cosa ha portato. Mi auguro che questi due elementi possano essere contenti di rimanere. Viceversa, gli errori del passato non dovranno essere ripetuti”.