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Il Torino cade rovinosamente in casa contro l’Udinese e la situazione di classifica è sempre più critica. Insieme a Serino Rampanti, nel nuovo appuntamento con “Parola al Mister”, proviamo ad analizzare le sfaccettature di questo complicato momento in casa Toro. “Ricordo sempre che fin dall’inizio di questa rubrica abbiamo sempre voluto esaminare gli argomenti con spirito costruttivo – dice Rampanti -. A volte questo è stato compreso da tutti, a volte no, ma quello che mi fa piacere è ricevere settimanalmente commenti e pareri da diverse persone che di calcio ne sanno eccome”.
Come vedi il momento del Torino, Serino?
“Difficile analizzarlo senza essere ripetitivi, stavolta cerco dunque di risalire alla radice dei problemi. Per costruire una squadra rispettabile ci vuole tanto lavoro e per buttarla giù basta poco, anche solo un innesto sbagliato. L’importante è comprendere subito gli errori e intervenire tempestivamente per rimediare, ma questo non sempre è stato fatto. Penso soprattutto ad acquisti eclatanti degli ultimi anni poi rivelatisi veri e propri fallimenti. Il presupposto con cui si pensa ad ogni operazione in entrata è che quel giocatori arrivi per migliorare il gruppo. Invece sono stati spesi molti soldi per cartellino ed ingaggio di alcuni giocatori che teoricamente avrebbero dovuto fare la differenza ma invece alla prova dei fatti sono stati dei flop. Penso soprattutto a Zaza e Verdi (precedentemente ce ne sono stati altri, ma mi concentro sul presente). Purtroppo non sono state le ultime valutazioni tecniche sbagliate: questa stagione infatti è il frutto di una serie di errori sul mercato”.
Quali errori?
“Non si sono comparate bene le qualità dei giocatori che c’erano già in casa con quelle dei giocatori che si stavano per prendere. La conseguenza è il caos in cui si ritrova oggi la squadra. Un caos tecnico, per quella che è la posizione di classifica, e anche finanziario, perché quasi tutti i giocatori, ad eccezione di Belotti e Singo, si sono deprezzati. Tutti gli appassionati granata non si capacitano di come questo sia potuto accadere”.
Tu che spiegazioni ti dai?
“Penso che in ogni lavoro di alto livello è fondamentale l’organizzazione che ti dai e l’esperienza delle persone che scegli, altrimenti alla lunga i nodi vengono al pettine. Quest’anno in alcune mosse di mercato si è percepita una sensazione di improvvisazione. Di solito prima di un mercato estivo si progetta a tavolino quello che c’è da fare, poi durante la sessione si cerca di trasformare i piani in realtà. Si ha la sensazione che questo sia stato fatto ben poco, non solo quest’anno”.
Credi anche tu che ci sia qualcosa che non va nello spogliatoio granata?
“C’è questa sensazione, dovuta secondo me a una gestione economico-finanziaria non appropriata. Mi spiego: ci sono alcuni giocatori che percepiscono un lauto ingaggio quando il loro contributo alla causa è stato ridotto, e altri che invece hanno reso di più ma hanno un ingaggio inferiore. Questi, alla lunga, possono avvertire questa discrasia. L’unico a cui questi discorsi paiono non interessare è Belotti: ci sono alcuni giocatori che arrivano a percepire quasi quanto lui e danno molto di meno, e lui non se ne cura. Ma per quanto resisterà?”
Cosa pensi della contestazione andata in scena la settimana scorsa al Filadelfia?
“E’ stata una scena spiacevole che a mio parere poteva essere gestita meglio dalla squadra. Mi sarebbe piaciuto, infatti, vedere qualcuno che avesse la personalità, l’umiltà e il coraggio di provare a instaurare una sorta di dialogo con i tifosi. Questo secondo me avrebbe colpito positivamente sia tifosi che compagni. Magari avrebbe potuto essere Belotti, che da capitano avrebbe potuto dire cosa pensano i giocatori, o Vagnati, che da uomo mercato avrebbe potuto avere l’umiltà e il coraggio di dare il punto di vista della società chiedendo anche scusa per gli errori commessi. Si è persa, da questo punto di vista, un’occasione di aggiustare i rapporti con i tifosi”.
E Giampaolo? Ti hanno convinto le sue scelte tecniche recenti?
“Alcune di esse no. Penso soprattutto a Vojvoda esterno di sinistra. Lasci in panchina Bremer, che mi sembra che globalmente sia il difensore che meglio se la sia cavata negli ultimi mesi, per fare giocare al suo posto Rodriguez, che invece in teoria era arrivato per fare l’esterno mancino. Credo che qui subentrino logiche che esulano dal piano tecnico: ho già detto che i soldi spesi per Vojvoda avrebbero dovuto essere dirottati altrove vista la presenza in rosa di Singo. Ma non ci si è resi conto delle potenzialità dell’ivoriano. E ora il giocatore kosovaro da qualche parte bisogna pur farlo giocare. Ma quando si fanno questi ragionamenti, il rischio è che saltino del tutto gli equilibri tecnico-tattici”.
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