Il Torino perde 7-0 contro l'Atalanta nella peggior partita casalinga della sua storia e anche stavolta interviene Serino Rampanti nella rubrica "Parola al Mister" per commentare il momento dei granata, aspettando il quarto di finale di Coppa Italia contro il Milan. "Molto difficile riuscire a commentare quanto accaduto sabato sera - premette Serino - cercherò comunque di mantenere la consueta pacatezza nonostante la gravità di quanto accaduto. Purtroppo questa sconfitta non sarà facile dimenticarla; resterà una macchia indelebile nella storia della società. Chi ci segue da tempo sa come la penso su squadra, società e allenatore. In tutti questi mesi ho sempre cercato di essere coerente portando avanti le mie convinzioni, anche sbagliando talvolta, ma pensando che il tempo, sempre galantuomo, mi avrebbe dato ragione. Ho sempre esternato le mie convinzioni con pacatezza, alimentando un dibattito che auspico sempre possa avere i toni giusti, con al centro il rispetto per le idee altrui. Spesso, specie dopo le sconfitte, questo non avviene, e si scade in insulti ed espressioni che poco hanno a che fare con la passione sportiva verso i propri colori. Non dimentichiamoci, inoltre, che nel calcio non esistono certezze, e che spesso bastano piccoli episodi per cambiare in meglio o in peggio il corso delle cose".
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Rampanti: “I giocatori del Torino hanno accusato oltremodo la contestazione”
Siamo arrivati al punto di non ritorno per questo Torino?
"Una squadra di calcio è come un orologio che ha bisogno di una serie di ingranaggi da assemblare nel modo migliore per poter funzionare. Gli ingranaggi devono essere di qualità e devono essere collocati nel posto giusto, sia quelli basilari che quelli di contorno. Quest'anno al Torino sono venuti a mancare quelli basilari; dopo che si era ripartiti con molta fatica con un nuovo direttore sportivo, è venuto a mancare il giocatore chiave della difesa, Nkoulou. Da lì sono nate delle difficoltà ma nonostante tutte le vicissitudini la squadra ha terminato il girone d'andata con gli stessi punti della scorsa stagione. Tra le vicissitudini inserisco la contestazione del pubblico, che è stata continua sin dall'ottava-nona giornata di campionato, tale che spesso nelle partite in casa sembrava di giocare, invece, fuori casa".
Cosa pensi di questo?
"Non era difficile capire che la contestazione era diretta più verso il presidente e l'allenatore, ma di riflesso ha finito per influenzare prima un paio di giocatori, poi 3-4, infine quasi tutta la squadra. I giocatori sono quelli che devono tentare le giocate, farsi vedere, essere motivati; inevitabilmente, hanno finito per risentire oltre misura del clima poco sereno intorno a loro. Con questo non voglio giudicare nel merito se la contestazione fosse giusta o no, anche perchè ognuno è libero di fischiare se lo spettacolo non è gradito, cerco semplicemente di stabilire un rapporto causa-effetto. Poi si arriva alla partita contro l'Atalanta: la squadra è andata completamente nel pallone, aveva assenze importanti, affrontava una delle squadre migliori del campionato. Un mix di cause che ha determinato questo risultato tremendo. Fammi però dire una cosa sull'Atalanta".
Prego.
"C'è modo e modo di vincere, io credo che serva farlo sempre con stile, senza infierire sull'avversario. Per un semplice motivo; la vita è una ruota e prima o poi può capitare di essere nei panni della squadra in difficoltà. Il comportamento dell'Atalanta è stato lecito ma personalmente non mi è piaciuto".
La Maratona si è svuotata a gara in corso e poi fuori dallo stadio è andata in scena la contestazione dei tifosi.
"Evidentemente un accaduto frutto di aspettative che non sono state rispettate. Comunque queste sono scene che nel corso della storia granata si sono viste e riviste. Io tifo Torino da quando ero bambino e me le ricordo tutte, comprese quelle in cui sono stato testimone diretto in quanto giocatore. Ti faccio un esempio che ti può far pensare. Campionato 1972/73, ultima giornata, perdiamo 1-0 in casa con la Sampdoria. Finiamo il campionato al sesto posto ma il pubblico è incavolato. A fine partita il nostro pullman viene assediato dai tifosi. Capitan Ferrini, insieme a un altro paio di giocatori tra i più esperti del gruppo, si fa aprire i portoni del pullman, scende e fa a cazzotti con qualche tifoso. Questo per dirti che ne ho viste anche di peggiori. Sono scene che ciclicamente si ripetono con la tifoseria del Torino".
Ora c'è Milan-Torino, quarti di Coppa Italia. Cosa ti aspetti?
"Vedo una squadra con troppe defezioni per pensare di fare un'impresa a Milano. Poi, per carità, nel calcio ci può stare tutto, anche che il Napoli - in crisi fino a una settimana fa - vinca contro la Juventus. Di certo la squadra deve per forza reagire".
Sarà una gara decisiva per Mazzarri?
"L'allenatore è esperto e sa come funzionano le cose nel calcio. Comunque ha raggiunto un buon piazzamento la scorsa stagione, ha concluso il girone di andata con gli stessi punti dell'anno scorso, ma è stato ugualmente contestato. Normale che possa essere perplesso. Però nel calcio funziona come nella politica: il giudizio del pubblico va rispettato, anche quando vince le elezioni la parte politica opposta alla tua".
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