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"Una partita viva, vivace, e aperta fino all'ultimo minuto. Una partita che poteva vincere il Toro e che poteva vincere il Milan, ma che alla fine è finita in pareggio. Per analizzare la prestazione dei granata contro i rossoneri, abbiamo dato un'altra volta la "Parola al mister" Rosario Rampanti.
"Serino, contro il Milan si è visto un bel Toro - con un'identità di gioco ben precisa e in costante crescita, come per altro sottolineato da Mazzarri nel post.
"E' stata una partita aperta, anche se naturalmente condizionata da quel rigore sbagliato, perché non si sa come sarebbe potuta essere senza quell'errore, certamente sarebbe stato un grosso vantaggio per il Toro. Però si è sbagliato quel rigore, e va bene. Quello che si vede nella squadra di Mazzarri è la grande identità. E anche una certa continuità, nei giocatori, nel seguire il verbo dell'allenatore. La squadra dimostra un'identità ben precisa. Andando a vedere nel passato di Mazzari, ho l'impressione che le sue squadre abbiano grande tenuta atletica, e che spesso han fatto risultati importanti negli ultimi minuti di partita. E anche ieri poteva capitare.
"Ecco, andiamo in ordine cronologico. Quell'errore di Belotti...
"Belotti non attraversa un buon momento, questo rigore sbagliato lo ha condizionato tanto per tutta la partita. Spero passi presto. Parliamoci chiaro: la settimana passata avevo sottolineato gli aspetti negativi del Gallo di questo periodo, come quello di cadere spesso a terra, ma l'errore di ieri è importante che se lo lasci presto alla spalle. Deve solamente cercare se stesso, gli errori li commettono tutti e i rigori li sbagliano tutti. Deve prepararsi al meglio per il futuro, soprattutto psicologicamente.
"Ieri Mazzarri ha scelto di confermare in blocco l'undici di Verona, e qualche giocatore era naturalmente privo della consueta brillantezza.
"Si. Questo accavallarsi di partite ha pesato sulle gambe di qualcuno, magari anche su quelle di Belotti. Sicuramente il caso più eclatante è quello Iago, che si vede che ha tirato sempre la carretta e adesso è stanco. Questo è un momento molto delicato per Mazzarri, che sta cercando di fare del suo meglio. Non è semplice il compito di un tecnico in questo senso: deve cercare di sfruttare le energie fresche senza però danneggiare squadra e identità, oltre che singoli giocatori. Bisogna sempre pensare che l'immagine di qualcuno potrebbe essere offuscata da un cambio magari immediato, durante la partita. Mazzarri deve avere occhi per il risultato, ma anche per i giocatori e la società. Per amministrare al meglio il Torino in questo momento occorre avere tanto equilibrio.
"Tra gli aspetti più positivi della gara contro il Milan, c'è sicuramente la prestazione di Edera. Viste le condizioni di Falque, si poteva pensare di lanciarlo titolare già ieri sera?
"Premetto che ritengo Edera uno dei giocatori giovani più interessanti del calcio italiano, probabilmente il più interessante. Però, detto questo, sono pienamente d'accordo con l'allenatore sulla gestione attuale del ragazzo. Sarebbe troppo facile seguire l'opinione dei tifosi. Lui sa quando e come farlo giocare, lo sta portando ad una condizione mentale dove lui può dare il massimo. E' delicato il lavoro di un tecnico quando si ha a che fare con un giovane così. Deve gestire la novità, ma anche chi sta davanti alla novità. E' un equilibrio continuo, e in questo senso fino ad adesso Mazzarri non ha asbagliato nulla. Ieri Edera, comunque, ha cambiato la partita.
"Tra gli aspetti che tracciano un importante solco di continuità c'è sicuramente la tenuta difensiva.
"Ha messo su un impalcatura molto affidabile. I giocatori sono giocatori di esperienza che seguono chi li guida, e questo sistema di gioco ti garantisce sempre copertura. Poi c'è Nkoulou, che è stata una vera e propria intuizione di Petrachi. Tatticamente, giocando a tre ne hai sempre uno dietro che può andare a supporto in caso di eventuali errori degli altri stopper. Moretti e Burdisso, poi, stanno dimostrando che l'eta anagrafica è quella che dimostri in campo, non quella sulla carta d'identità: se fai bene, allora sei più giovane di altri.
"Veniamo alla gestione della gara da parte di Mazzarri. Ad un quarto d'ora dalla fine, Berenguer era pronto a sostituire De Silvestri, ma poi l'infortunio di Obi ha cambiato i piani del tecnico.
"Quando stava per mettere Berenguer, ha capito che poteva vincere la partita. Voleva fare una mossa per avere più forze davanti. E' una mentalità giusta, Mazzarri è uno da realpolitik: è uno pratico, realista, che non fa voli pindarici. Sa che può far bene, e a questo punto conosce i giocatori, conosce i caratteri, ha le idee molto chiare su cosa fare in futuro. Staremo a vedere. Penso che le valutazioni sui singoli ormai le ha già nella sua testa. Poi sarà compito suo insieme al Presidente e a Petrachi fare una sintesi finale. Sarà importante da leggere, questa sintesi, in futuro. Un futuro per altro abbastanza vicino.
"Serino, adesso arriva l'Atalanta. Credi che si possa considerare la sfida di Bergamo come la più importante di questa stagione?
"Ti rispondo con un sorriso, ricordandoti che la partita più importante è sempre quella dopo. Solo così puoi fare un grande campionato, ogni partita va preparata in questo modo. Ho già ripetuto che il Torino deve avere come principio quello di fare punti contro chi sta sotto o al suo livello, e che deve fare il suo meglio contro chi sta sopra: credo che piano piano i granata stiano raggiungendo questa mentalità. A Bergamo, comunque, mi aspetto una partita di grande qualità, nonostante le assenze. La squadra è un pochino all'osso ma quelli in campo si faranno valere. Andando indietro nel tempo, ricordo diverse vittorie a Bergamo. Mi ricordo ad esempio di una nostra vittoria, con tanto di mio gol, che ci fece balzare per un attimo primi in classifica per la prima volta dopo il Grande Torino. Era il campionato '71/'72. Insomma, ho buoni ricordo dell'Atalanta, anche per questo. Staremo a vedere.
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