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Una brutta sconfitta interna che riporta tutto il mondo Toro con i piedi per terra: Serino Rampanti, nel consueto appuntamento con "Parola al Mister", analizza con la consueta lucidità i temi più caldi in casa Toro dopo Torino-Lecce 1-2.
Serino, come interpreti la sconfitta del Torino col Lecce? Un fatto episodico o un campanello d'allarme?
"Faccio questa metafora: a settembre molte università tengono i test d'ingresso per stabilire gli studenti che avranno diritto a frequentare i corsi in base al punteggio raggiunto. La partita contro il Lecce per il Toro aveva questo preciso significato, per me: un test d'ingresso per entrare nell'università del calcio italiano (le posizioni per le coppe europee). Il verdetto del campo dimostra che non si è ancora pronti, tecnicamente e mentalmente, per frequentare stabilmente quelle posizioni".
Come ti spieghi quanto si è visto allo stadio?
"Mi rifaccio alle cose già dette nel nostro ultimo appuntamento, quando ti feci notare che l'Atalanta contro il Torino aveva peccato di troppa supponenza. Ebbene, il Torino contro il Lecce è caduto nello stesso errore. Ogni partita va affrontata come se si giocasse contro la prima della classe. Solo così si dimostra la mentalità della squadra forte. Invece sono stati commessi errori già visti nell'anno passato: sono stati persi punti preziosi contro squadre inferiori. Un quadro aggravato dal fatto che la rosa è stata rinforzata. Di certo vanno analizzati alcuni casi singolari".
Come quello relativo a Nkoulou?
"Torno nuovamente a ripetere una cosa già detta: c'erano tanti motivi per far sì che il giocatore rimanesse a Torino. Ho approvato le scelte del club, ma ora mi sembra controproducente continuare a fargliela pagare: vuol dire rinunciare a uno dei difensori più forti del campionato e si è dimostrato che questo Toro non se lo può permettere. Del resto i problemi in difesa - e anche qui due settimane fa ce lo eravamo detti - erano già emersi contro l'Atalanta. Con il Lecce si sono palesati nella loro totale evidenza".
La squadra comunque è andata nel pallone nella sua totalità.
"Alcuni giocatori sono troppo lenti, di testa oltre che di gambe. Il pallone va giocato velocemente, non si può toccarlo troppe volte. E anche Mazzarri ha sbagliato, come lui per primo ha ammesso e gliene va dato atto. Tuttavia in casa contro l'ultima in classifica, una squadra come il Lecce che sin lì aveva combinato poco, mi sarei aspettato un altro tipo di formazione, e lo dico con tutta la stima che ho sempre avuto per Mazzarri. Mi ha un po' sorpreso l'impiego di Verdi solo negli ultimi venti minuti. Dopo il suo arrivo ti dissi che ero curioso di capire chi gli avrebbe fatto posto, e che il tecnico sarebbe stato chiamato a scelte importanti. Ho l'impressione che queste scelte siano state rinviate e questo non ha portato a buoni frutti. E in ogni caso credo che un giocatore acquisisca minutaggio solo se lo si fa giocare. Comunque ripeto che Mazzarri avrà sbagliato, ma ha riconosciuto con onestà i suoi errori, e anche per questo è da stimare".
Quanto cambieresti in questo Toro in vista della Sampdoria?
"Sicuramente giocherei con due punte. Giocare con il solo Belotti ha finito per dare coraggio al Lecce. E i salentini hanno dato una lezione di umiltà al Toro. L'umiltà è una dote fondamentale nel calcio come nella vita, se sei presuntuoso presto o tardi prendi delle musate. Un ultimo pensiero lo dedico ai tifosi che hanno dovuto ingoiare questo boccone amaro: c'è la sensazione che siano costretti a non fidarsi mai di questa squadra. Fino a quando ciò sarà sopportabile?"
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