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Rampanti: “L’aiuto dei tifosi adesso diventa determinante per il Torino”

Gianluca Sartori Direttore 
Parola al Mister / Serino commenta così i temi di casa Toro dopo la sconfitta dei granata di Longo contro la Sampdoria

Il Torino non esce dal tunnel e contro la Sampdoria perde la quarta partita consecutiva in campionato nonostante l'iniziale vantaggio firmato da Simone Verdi. Nel consueto appuntamento settimanale con Serino Rampanti proviamo ad analizzare il momento dei granata, partendo da un concetto principale: ora la squadra granata ha bisogno di un ambiente che remi a favore.

Serino, che ti senti di dire dopo la sconfitta del Torino contro la Sampdoria?

"Le componenti che influiscono sul rendimento di una squadra di calcio sono quattro: società, allenatore, giocatori e tifosi. A tal proposito concordo assolutamente con quanto hai scritto nell'editoriale di domenica mattina: guai se la componente tifosa non si rendesse conto dell'importanza che riveste. Sarebbe deleterio ora fischiare e contestare la squadra, anzi, il Torino per il momento in cui si trova a mio parere va sostenuto ora più che mai durante le partite. Mi ha fatto piacere che l'arrivo di Longo abbia riavvicinato il pubblico alla squadra, ho apprezzato l'ambiente che c'era al Filadelfia durante la scorsa settimana e gli applausi al nuovo allenatore sono giustissimi. Certo, non bisogna nemmeno eccedere nell'altro senso: alla fine della partita contro la Sampdoria mi ha sorpreso sentire degli applausi rivolti ai giocatori. Quand'è così è meglio un rigoroso silenzio per ricordare loro che hanno delle precise responsabilità. Durante la settimana e durante la partita, invece, il sostegno del pubblico in un momento così diventa determinante". 

In base alla tua esperienza, se fossi nei panni di Longo, a cosa daresti la priorità?

"So cosa sta passando Moreno, momenti simili li ho vissuti anche io. Abbiamo spesso analizzato, nelle settimane scorse, i problemi del Torino attuale; alcuni di essi affondano le proprie radici in quanto è successo fin dall'estate, con la preparazione fisica accorciata (senza molti elementi impegnati con le Nazionali) a causa del ripescaggio in Europa League che è arrivato solo a fine giugno. Potrebbe esserci un problema di condizione fisica, ma secondo me il tema principale resta quello mentale. La squadra affonda al primo errore, non c'è aiuto tra i compagni, mancano carattere e personalità. E' una situazione molto dura ma io credo che Longo abbia le qualità per uscirne. Dal mio punto di vista, io punterei prima di tutto a recuperare pienamente tutti i giocatori (spero che Ansaldi torni presto al top, perchè è determinante) e a migliorare la condizione fisica generale. Poi punterei su una formazione tipo ben delineata: 11-13 giocatori che ritengo più affidabili e sui quali fare affidamento. Infine, chiederei ai 3-4 leader che il Torino ha (e sappiamo bene chi sono) di prendersi le responsabilità: devono dare l'esempio in campo trascinando dietro di sè i compagni". 

Intanto, ora, questo Toro deve preoccuparsi di non rimanere invischiato nella lotta salvezza?

"Direi proprio di sì, il pericolo è dietro l'angolo. Serve ricompattarsi, serve aiutarsi l'un l'altro, serve non perdere la testa e agire con intelligenza e concretezza. In campo vanno fatte le cose semplici e giuste, non bisogna tentare di strafare, le finezze vanno lasciate perdere. Spero, come detto, che non ci siano più problemi fisici: tutti devono stare bene". 

Il primo gol di Verdi può essere la scintilla giusta per lui?

"Intanto lasciami dire che mi ha sorpreso vederlo uscire per un problema muscolare a Lecce e poi giocare senza problemi la giornata dopo. Questo mi ha molto sorpreso. Per il resto, contro la Sampdoria ho visto il solito Verdi, però hai ragione nel dire che il gol può aiutarlo a ritrovare autostima". 

Infine, so che tieni sempre d'occhio i risultati delle giovanili granata: ti senti di commentare la stagione che stiamo vivendo anche da questo punto di vista?

"C'è poco da stare allegri: la Primavera fatica, l'Under 18 ha preso cinque gol dall'ultima in classifica. Guardo le classifiche e mi accorgo che il Torino fatica in tutte le categorie tranne che nell'Under 15, la squadra di Menghini è l'unica a far ben sperare per il futuro. Che dire, è una stagione storta e faticosa da diversi punti di vista: serve farsi qualche domanda e serve soprattutto ricompattarsi".