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Rampanti: “Non è stata la vittoria della svolta. Ma un appiglio per sperare c’è”

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Parola al Mister / Serino analizza così i temi di casa Toro dopo la vittoriosa trasferta di Brescia
Gianluca Sartori Direttore 

Il Torino riparte con quattro gol al Brescia: nell'appuntamento settimanale con "Parola al Mister" è il momento di analizzare insieme a Serino Rampanti i temi più caldi di casa Toro. L'ex calciatore e allenatore granata legge così la vittoria del "Rigamonti", che regala alla squadra di Mazzarri una ventata d'ossigeno in vista della sosta di campionato.

Serino, che peso diamo a questa vittoria? E' stata la partita della svolta?

"Secondo me no, non è la vittoria della svolta, perchè è stata dovuta più che altro a circostanze favorevoli. Non si può pensare di aver risolto tutti i problemi, che intravedo ancora sul piano della determinazione di alcuni uomini e su quello atletico. Troppi pochi giocatori hanno il cambio di passo, tra questi ci sono coloro che entrando nella ripresa hanno aiutato la squadra a chiudere la partita, parlo ovviamente di Laxalt e Berenguer". 

La riscoperta dello spagnolo quanto è importante?

"Personalmente ho sempre avuto una buona opinione di Berenguer, l'ho sempre ritenuto un giocatore prezioso e un ragazzo pulito, che sa stare al suo posto. Quando le rose sono numericamente ampie gli allenatori sono costretti a volte a tenere fuori giocatori che non lo meriterebbero. Ma lui per me è sempre stato affidabile, dà sempre quel che può dare. Se gli devo fare un appunto, è legato al fatto che, secondo me, fa meglio quando entra a gara in corso rispetto a quando parte titolare". 

L'altra mossa a gara in corso, Laxalt, ha funzionato un po' a sorpresa, perchè l'uruguaiano è stato fatto giocare da mezzala. 

"Sicuramente ha fatto bene perchè è veloce e ha dato un cambio di passo alla squadra, comunque non so se l'esperimento sia ripetibile, è entrato in un momento in cui la partita era indirizzata contro una squadra comunque stanca".

La nota dolente è invece Simone Verdi. 

"Deve darsi una scossa, assolutamente. Ha perso sicurezza, sbaglia cose semplici, inciampa sul pallone... Abbastanza preoccupante perchè il Torino punta tantissimo su di lui. Deve essere capace di darsi una scrollata dal punto di vista mentale e rendersi conto della sua importanza per questa squadra". 

In generale, comunque, tra derby e Brescia la squadra ha dimostrato di seguire ancora Mazzarri, sei d'accordo?

"E' una questione che non mi sono mai posto, secondo me un calciatore non gioca mai contro l'allenatore. Piuttosto credo che il problema di fondo sia di altra natura. In particolare, a volte mi è sembrato che i giocatori diano il massimo contro le squadre forti per mettere in vetrina sè stessi, mentre contro le piccole l'atteggiamento è diverso. Questa secondo me è la vera malattia del Toro, il vero problema di fondo. La società deve "curarla" e non sarà facile". 

Ora la sosta, poi c'è l'Inter. Proiettiamoci in avanti di quindici giorni. 

"Io credo che, per il motivo sopra esposto, il Torino farà una bella partita. Temo molto di più la partita in casa del Genoa che verrà dopo. Anche se è vero che dopo le soste i granata ultimamente sono andati incontro a stecche clamorose. Spero che chi tornerà dalla Nazionale lo faccia con l'atteggiamento giusto e con la capacità di ributtarsi subito sul campionato. Non mi riferisco a Sirigu, ma in parte a Belotti e soprattutto a Izzo". 

In generale, passate dodici partite, che futuro ti aspetti per questo Torino?

"Sono stati persi punti facili, e sono state fatte brutte figure che hanno generato una comprensibile delusione. Ora se il Torino vuole riemergere, deve fare delle cose difficili. Una speranza secondo me c'è ancora ed è legata al fatto che le squadre di Mazzarri, come successo lo scorso anno, generalmente nel girone di ritorno fanno meglio. Quindi da qui alla fine del girone di andata servirà evitare altre brutte figure, limitare i danni e fare più punti possibili. Se da qui a Natale si riuscirà ad aggiustare il bilancio, allora poi si può cominciare a ragionare. Di mezzo ci sarà anche il mercato di gennaio e credo che servirà operare sia in entrata che, soprattutto, in uscita: giocatori di nome che restano fuori generano solo disordine. Io credo che la società si muoverà in tal senso". 

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