Il Torino subisce una incredibile rimonta contro la Lazio e finisce così per rimanere per la prima volta nella storia a solo un punto dopo le prime cinque partite giocate in A. Serino Rampanti, nel nuovo appuntamento con “Parola al Mister”, legge così i temi più caldi in casa Toro.
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Rampanti: “Rigore su Verdi non dato? Torino troppo distaccato dal potere”
Serino, da dove partiamo per parlare di questa partita pazzesca?
“Da un’immagine che ho visto in tv di Antonio Comi da solo in tribuna, mi ha dato un senso di abbandono. E’ vero che allo stadio non c’era Cairo, a cui auguriamo di cuore di riprendersi presto, ma non c’era nemmeno Lotito, e poco dopo hanno inquadrato i dirigenti della Lazio. Tare, Peruzzi e Matri erano distanziati per via del Covid ma uniti e vicini, mi hanno dato la sensazione di essere una società presente e strutturata. Questo si riverbera secondo me anche in quello che succede in campo”.
A cosa ti riferisci?
“Al rigore non dato per quel fallo su Verdi. Incredibile: per spiegarmi una cosa così mi viene da pensare che, mentre Lotito dà sempre l’impressione di essere un personaggio influente negli ambienti ai vertici del calcio, il Torino non si sia mai attivato per diminuire il distacco dal potere centrale del mondo del pallone. Quando si comanda una società importante è fisiologico sbagliare ogni tanto un acquisto o una cessione, ben più grave è non strutturarsi con dirigenti che curino certi aspetti che vanno al di là del piano tecnico”.
Passiamo a parlare del campo: una rimonta incredibile subita dal Torino, in cui hanno colpe specifiche due giocatori che un tempo erano certezze come Sirigu e Nkoulou.
“Chi ci segue settimanalmente sa come la penso su questi due giocatori. Non conosciamo le dinamiche interne alla società, certo, ma possiamo immaginare e ipotizzare cosa sia successo. Magari loro due avevano intenzione di trasferirsi in club più ricchi del Torino ma non gli è stato concesso. Se già è difficile raggiungere un equilibrio di squadra quando tutti i calciatori sono presenti mentalmente, figurati quando succedono dinamiche di questo tipo. Comunque da Nkoulou e Sirigu mi aspetto che sappiano sgombrare la testa dai problemi e riprendere a lavorare duro per aiutare la squadra a tirarsi fuori da una situazione che è diventata difficilissima. Così fosse, ne sono certo, torneremmo a rivedere quel che sanno fare”.
E poi c’è l’errore sottoporta clamoroso di Verdi.
“Sì, clamoroso e pesante, ma come ti dicevo la settimana scorsa il fatto che Verdi riesca ad arrivare sotto porta con questa frequenza è un buon segnale, significa che Giampaolo gli ha trovato il ruolo giusto. Con questo modulo ha meno compiti difensivi ed è più libero di svariare in avanti. E questo è un merito del tecnico, che poi può fare poco se il giocatore davanti alla porta sbaglia”.
Parliamo proprio di Giampaolo: hai sentito il suo sfogo nel post-partita?
“Certo che sì. Il tecnico merita tutto il nostro rispetto, ma lui è il primo a sapere che se la barca non riuscirà a prendere una giusta direzione il primo ad affondare sarà lui e gli saranno addebitate le colpe, anche quelle (tante) che non sono sue”.
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Facciamo un passo indietro: Singo ha fatto benissimo contro il Lecce e ha raccolto molti elogi. Tu, due settimane prima, ti eri spinto a dire che fare a meno di lui è autolesionismo.
“Sai, ho sentito qualcuno dire che questo ragazzo è al Torino non per meriti del club ma per merito del procuratore di Nkoulou che l’ha portato. Sono cose dette da chi non conosce bene come funzionano le dinamiche di mercato. A volte succede che i club siano attrezzati con osservatori che segnalano ai loro responsabili i talenti, i quali vengono seguiti per mesi e poi eventualmente acquistati. Ma il più delle volte succede che i giocatori promettenti vengono segnalati ai club importanti da dirigenti di società minori o, appunto, procuratori. A quel punto spetta ai club fiutare l’affare e capire di chi fidarsi. Se Singo è arrivato al Torino, dunque, chi lo ha preso va elogiato, non criticato. L’aspetto negativo secondo me è un altro”.
Quale?
“Non sono state capite in tempo le sue grandi potenzialità. Quest’estate il Torino è andato a prendere come terzino destro Vojvoda dal Belgio: un buon giocatore, per carità, però quei milioni avrebbero potuto essere investiti in altri ruoli, avendo in quel ruolo uno come Singo. Quando uno è bravo bisogna capirlo subito. Questi sono errori di programmazione che alla lunga si ripercuotono sulla società e sui giocatori stessi”.
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