A Roma una vittoria tanto bella quanto inaspettata per il Torino: non poteva esserci occasione migliore per il primo appuntamento del 2020 con "Parola al Mister" di Serino Rampanti. Così l'ex giocatore e allenatore granata fa il punto sul momento della banda Mazzarri prima del match di Coppa Italia contro il Genoa.
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Rampanti: “Roma-Torino? Raramente ho seguito una partita con tanta apprensione”
Serino, ti aspettavi una partita così?
"Sarà stato per il momento delicato per tutto l'ambiente o per il fatto di aver constatato che da questo Torino ci si può aspettare tutto e il contrario di tutto (vedi la partita di Verona), ma ti dico che ho assistito a Roma-Torino con un'apprensione che raramente ho vissuto negli ultimi anni per una partita di calcio. In questo sport c'è molta logica, ma non è così quando subentrano problematiche difficili da comprendere perfino per gli addetti ai lavori, che diventano ancora più complicate da gestire se ad esse se ne sommano altre, e altre ancora, come successo al Torino negli scorsi mesi. Se si riuscisse a fare una disamina lucida di quanto avvenuto, probabilmente ci renderemmo conto delle difficoltà alle quali Mazzarri ha dovuto far fronte".
Proviamoci, allora.
"Mi spiace essere ripetitivo ma certe cose bisogna ricordarle sempre, al fine anche di stimolare riflessioni che possano prevenire episodi simili in futuro. Quando parlo di ostacoli che si sono dovuti superare, mi riferisco a tutto quello che è accaduto al Torino nella seconda parte del 2019, e in particolare: 1) Alla spiazzante rottura con il vecchio direttore sportivo e i suoi osservatori; 2) Al ritardo con cui è arrivata la sentenza del Tas di Losanna che ha ammesso il Torino in Europa League, il che ha reso difficile la pianificazione del ritiro estivo; 3) Al caso Nkoulou, che nonostante fosse rientrato ha fatto sì che il difensore, uno che occupa un ruolo fondamentale per la squadra, non abbia avuto un rendimento all'altezza fino alla partita di Roma; 4) Al venir meno di un giocatore importantissimo come Moretti, sottovalutato spesso come calciatore e come uomo; si è pensato di sostituirlo con dei difensori giovani che però non potevano avere la stessa tenuta fisica, tecnica e mentale, e infatti sono incappati in infortuni o errori; 5) Al perdurare dell'infortunio di Falque, giocatore da 10-12 gol a stagione che è stato fermo di fatto per sei mesi; 6) Al tardivo inserimento dei nuovi acquisti e ai mancati progressi di altri elementi; 7) All'ambiente che ha perso la pazienza alle prime difficoltà, appesantendo il clima intorno ai giocatori. Potrei continuare, ma mi fermo. C'è chi può ribattere che si tratta di problemi che parecchie squadre prima o poi incontrano; vero, e infatti il Torino non è l'unica squadra che li ha avuti. Però sono tutti elementi che vanno considerati nell'analizzare la stagione attuale, altrimenti si cade nella superficialità".
A Roma, comunque, si è scritta una pagina importante di questa stagione.
"E' stata una vittoria meritata, la squadra è stata aggressiva in tutti i suoi elementi, e non ha solo contenuto la Roma, anzi, ha avuto diverse occasioni per fare gol. Forse è stato il miglior Toro della stagione, anche se i primi 70 minuti di Verona - tenendo però conto del minor livello dell'avversario - mi erano piaciuti ancora di più".
Belotti è stato grande protagonista e la doppietta gli ha permesso di agganciare Ossola al nono posto nella classifica dei marcatori granata più prolifici di tutti i tempi. Tu hai vissuto il Toro per decenni: il Gallo è degno di entrare nell'Olimpo granata?
"Assolutamente sì, ha tantissime qualità e ti dico che secondo me ha dei margini ancora inespressi. Quando riuscirà ad affrontare tutte le partite - anche quelle con le piccole squadre - con la caparbietà vista a Roma, potrà stupirci ancora di più".
L'altro grande protagonista è stato Sirigu.
"Ci ha abituati ormai a questo livello di prestazioni, spero continui sempre così. Lo stimo come portiere e come uomo per il suo modo di porsi e per il suo carattere. E' un esempio per tutti. Ma fammi menzionare anche l'ottima partita di Djidji, non giocava da parecchio e l'ho visto sempre sicuro, ha fatto benissimo".
Con la vittoria dell'Olimpico potrebbe essere iniziata una nuova stagione per questo Toro?
"Figuriamoci se possiamo spingerci a dire una cosa del genere con questa squadra, che ormai abbiamo capito essere totalmente imprevedibile. Devono vivere alla giornata e rimanere con la corda della tensione sempre tesa. So che Mazzarri a Roma ha detto di non voler complimenti e che aveva intenzione fin da subito di evitare festeggiamenti eccessivi. Mi fa piacere, ora lui - ma come lui anche i dirigenti e lo staff - deve essere uno di quei maestri severi che usano il pugno duro; quelli che magari ti fanno sbuffare da alunno ma che poi, una volta terminate le scuole, ricordi con più piacere".
Ora c'è la Coppa Italia, il Torino entra in scena negli ottavi contro il Genoa: come va affrontata questa competizione?
"Con il coltello tra i denti, è un passaggio importantissimo della stagione; serve andare avanti nella competizione. La rosa attuale, se tutti i giocatori stanno bene, secondo me offre adeguate garanzie per sostenere campionato e Coppa Italia. Il doppio impegno alla lunga è un vantaggio perchè avere più partite da affrontare facilita l'allenatore nel compito di coinvolgere e tenere sulla corda tutti i giocatori".
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