- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
toro
Rampanti: “Una buona gara e poi lo stop: Torino, è un film già visto”
Il Torino fa un passo indietro: col Crotone è solo 0-0 dopo una partita con zero tiri verso la porta sino ai minuti finali. Nel nuovo appuntamento con “Parola al Mister”, analizziamo con Serino Rampanti i temi più caldi di casa Toro.
Serino, che sensazioni hai dopo questa partita?
“C’è la scusante del fatto che il Torino aveva giocato pochi giorni prima contro il Genoa e dunque la stanchezza si sarà fatta sentire. Tuttavia per commentare questa partita, insieme a quella precedente contro il Genoa, basta fare copincolla delle analisi fatte diverse volte negli ultimi anni. E’ successo spesso: una bella gara e poi lo stop. Guai a illudersi che siano cambiate mentalità e approccio, perché questa è una squadra abituata a deluderti subito dopo. Alla fine dello scorso campionato da più parti si evidenziava la necessità di resettare il gruppo con una rivoluzione tecnica importante, che evidentemente durante l’ultimo mercato non è stato possibile realizzare. La classifica di oggi è una conseguenza perché non basta cambiare allenatore per cambiare subito la mentalità di una squadra. Viene sempre da chiedersi come sia stato possibile l’anno dei 63 punti con Mazzarri alla guida, visto che molti giocatori ci sono ancora”.
Come te lo spieghi?
“In quella squadra ci furono 6-7 elementi che hanno saputo mantenere un rendimento elevato e continuo: penso a Izzo, Nkoulou, Moretti, Ansaldi, Falque, Sirigu e Belotti. Di quel gruppo sono rimasti di fatto solo Sirigu e Belotti, troppo poco. Moretti si è ritirato ma non è stato adeguatamente sostituito, Nkoulou da quando ci fu quel litigio con la società non è più stato lo stesso, Falque si è perso dopo il rinnovo di contratto anche a causa di una serie di infortuni ed è stato ceduto, Ansaldi c’è ancora ma gioca poco e mi chiedo perché, visto che Murru e Rodriguez non mi sembrano più forti, anche se rispetto sempre le scelte dell’allenatore. Allo stesso modo, una difesa formata da Lyanco e Bremer, per quanto si tratti di due buoni giocatori (secondo me più il secondo del primo) difficilmente potrà avere lo stesso rendimento che garantirono Izzo, Nkoulou e Moretti. Tutto questo per dire che alcuni caposaldi della squadra dei 63 punti forse non sono stati adeguatamente rimpiazzati”.
In questo scorcio di campionato tuttavia si sono messi in mostra due giocatori soprattutto: Singo e Lukic. Soprattutto quest’ultimo, nella posizione da trequartista. Potranno essere loro dei nuovi capisaldi?
“Su Singo mi sono già espresso in diverse occasioni e sai che lo stimo tanto. Su Lukic dico che è un buon giocatore ma più che il trequartista sta facendo l’incursore di centrocampo. E’ una pedina preziosa quando giochi in trasferta e punti sulle ripartenze, perché ha un ottimo passo, e inoltre è utile nel contrastare il regista avversario. In casa, quando devi fare la partita, le cose cambiano”.
A centrocampo invece permangono le difficoltà: pensi anche tu che ci sia troppa poca qualità?
“Sì, è il problema ricorrente. E’ stato inserito solo Linetty, che finora non mi sembra abbia inciso con autorità. Meité e Rincon li conosciamo e sappiamo quali sono i loro pregi e i loro limiti. In generale, per la costruzione di un buon Torino serve qualcos’altro: l’allenatore deve definire alcune scelte, e penso soprattutto ai terzini, mentre la società dovrebbe ricorrere al mercato di gennaio, per rinforzare in special modo il centrocampo”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA