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Rampanti: “Zaza dovrebbe abbracciare Mazzarri, come ha fatto Ansaldi”

Gianluca Sartori Direttore 
Parola al Mister / Serino analizza così i temi in casa Toro dopo la vittoria contro la Fiorentina

Il Torino torna a infilare due vittorie consecutive superando la Fiorentina tra le mura amiche: prossimo ostacolo sarà il Verona, in quella che si profila come una vera e propria prova del nove per i granata di Mazzarri. Torna il momento di approfondire l'attualità granata insieme a Serino Rampanti nel tradizionale appuntamento con "Parola al Mister".

Serino, il Torino è in risalita. 

"Sì, ma non bisogna illudersi che i problemi siano spariti con un colpo di spugna; la squadra deve ritrovare serenità e continuità. Mai illudersi con questo Toro anche se ovviamente fa piacere che siano tornati i risultati. Questi, però, sono arrivati contro squadre inferiori o in difficoltà e anche questo va considerato. La nota positiva è che si sia vinto anche senza Belotti; forse la sua assenza ha dato un altro motivo agli altri giocatori per compattarsi. Ora, però, è bene che parlino poco e lavorino". 

Zaza è stato rilanciato e lui ha risposto con un gol. 

"Con la gestione di Zaza, Mazzarri ha confermato ancora di essere un allenatore di valore. Fa piacere che sia andato bene, ma fossi nel papà di Zaza direi al mio figliolo di andare ad abbracciare Mazzarri al prossimo gol, come ha fatto Ansaldi. Il tecnico ha dimostrato di saper trovare la chiave giusta per ogni giocatore. Nessuno ha il posto per diritto divino ma se lo deve conquistare in allenamento e in campo la domenica. Non penso che Mazzarri abbia tenuto fuori Zaza a Genova per autolesionismo; si è semplicemente comportato da tecnico e un po' anche da padre di famiglia. Poi è vero che Zaza ha reagito bene, ma sarebbe preoccupante il contrario. In generale da lui servono i fatti, servono continuità; il saldo tra il costo del suo cartellino e i gol fatti è ancora negativo". 

C'è poi Ansaldi, che ha giocato una partita fenomenale. 

"Fortissimo, ma va centellinato, perchè è portato a cadere in infortuni quando gioca troppo o con voglia di strafare. Per il resto è un gran giocatore e una grande persona. La società deve sbrigarsi ad allungare il suo contratto perchè è uno di quelli che sono da esempio per i giovani, come lo era Moretti". 

A proposito di Emiliano, forse il Torino ha finalmente trovato il suo degno erede. 

"Bremer sta facendo molto bene. Negli scorsi mesi aveva già fatto delle buone partite ma poi aveva avuto dei cali di concentrazione che lo hanno fatto scendere nelle gerarchie. Ora spero possa limitare questi cali; così fosse, il Torino avrebbe davvero trovato il modo di non rimpiangere più Moretti. L'altro giocatore su cui si è fatto affidamento, Lyanco, si è rivelato troppo fragile fisicamente; nel costruire le squadre servono giocatori che garantiscono trenta partite l'anno, lui purtroppo non ha mai avuto un'integrità fisica di questo tipo". 

Parliamo dell'ambiente: il clima di tensione secondo te si allenterà, dopo quest'ultima vittoria?

"Fossi nella società, tirerei dritto per la mia strada; delle contestazioni si prende atto ma poi non bisogna farsi influenzare nelle decisioni. Guarda come ha fatto Lotito, che da quando ha preso la Lazio di momenti di contestazione ne ha dovuti affrontare. Ha ascoltato i tifosi ma poi le decisioni le ha prese lui e oggi i risultati gli danno ragione. La squadra, poi, deve riuscire in questi casi a pensare solo al campo. Penso a uno come Berenguer, che è troppo sensibile e si fa condizionare dai mugugni che sente dagli spalti. Infatti il meglio lo dà quando gioca in trasferta o quando entra dalla panchina, perchè sente troppo il peso della responsabilità. Secondo me resta un giocatore prezioso, una di quelle seconde linee che una squadra forte deve avere. Serve uno zoccolo duro di titolari e poi giocatori che lavorano in silenzio e quando serve rispondono presente. Berenguer può esserlo, avrebbero potuto avere questo ruolo anche Edera e Parigini, ma si sono persi, forse perchè mal consigliati". 

Ora c'è la partita di Verona. Una vera prova del nove. 

"E' così perchè a differenza di quanto successo nelle ultime partite il Torino affronterà una squadra che sta bene e che giocherà col coltello tra i denti per come ha perso in casa dell'Atalanta. Vedremo che succederà, io sono sempre dell'idea che il bilancio vero vada fatto alla fine del girone di andata. Per ora avere due punti in meno dell'anno scorso è un risultato sotto le attese ma da non buttare via visti tutti i problemi che ci sono stati e che non è il caso di rivangare. Tra questi, pesa l'assenza di Iago Falque: sappiamo quanto può essere importante, praticamente quest'anno non c'è ancora mai stato. Adesso comunque è vietato fermarsi, serve infilare un filotto di buoni risultati. Ah, fammi aggiungere una cosa: l'infortunio di De Silvestri alla fine non è grave, vero?"

Pare di no, è tornato ad allenarsi seppure in forma differenziata. 

"Come sono cambiati i tempi, una volta se uscivi per infortunio era meglio non apparire sul campo al martedì perché l'allenatore del momento ti rimandava dentro a curarti..."