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di Edoardo Blandino
E adesso provate ancora a criticarlo. In quell’urlo di gioia liberatoria, accompagnato da uno stadio intero e quasi strozzato dopo pochi minuti...
di Edoardo Blandino
"E adesso provate ancora a criticarlo. In quell’urlo di gioia liberatoria, accompagnato da uno stadio intero e quasi strozzato dopo pochi minuti c’è tutta la stagione di Bianchi: gioie intese, ma fuggevoli. Il granata ha vissuto un’annata difficile, tra alti e bassi legati alle prestazioni globali della squadra. Re Mida trasformava in oro ogni cosa che toccava, Bianchi tramuta in gol quasi ogni pallone giocabile. Il problema è che se di palloni ne arrivano con il contagocce e in aggiunta sono pure sporchi, più di tanto non si può fare. Ma lui c’è sempre e fa il possibile. Sabato pomeriggio gli è riuscito un gol eccezionale, forse condito da un pizzico di fortuna, però perfettamente meritato. In altre occasioni durante il match non era stato in grado di impensierire Bizzarri, poi, ad una manciata di minuti dalla fine è ha trovato la deviazione vincente. Nessun gesto spettacolare o acrobazia da cineteca, giusto un tocco appena accennato: palla sfiorata di quel tanto necessario a mandare fuori tempo il portiere e insaccarsi sul palo lungo. Un gol da bomber di razza, di quelli che riescono a chi vede la porta. Altro che alcuni suoi compagni di squadra, bravi solo a lottare, a tentare dribbling e passaggi inutili o a calciare la palla il tribuna da posizione favorevole. Con quello contro il Catania siamo a quota 6 reti, più una in Coppa Italia. Certamente non un bottino da leccarsi i baffi, ma in un anno negativo come questo bisogna sapersi accontentare, senza poi dimenticare le reti regolari annullate. Alla fine della stagione mancano ancora sette partite e 21 punti. Per arrivare alla salvezza sarà necessario vincere altre gare. Non importa come si otterranno i successi e chi segnerà, l’importante però sarà portare a casa i 3 punti ogni volta. È iniziato lo sprint finale e Bianchi ha gridato allo stadio di essere presente.
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