Torino e Red Bull, una partnership diventata caso. I possibili orizzonti del colosso dell'energy drink nella collaborazione con il club granata sono stati argomento di discussione accesa nelle ultime settimane tra ipotesi di acquisizione del Torino e smentite decise di Cairo. Tanto si è detto e si è scritto. Ripercorriamo ora con ordine i fatti del caso partendo dalla partnership tra Torino e Red Bull fino ad arrivare all'ultima acquisizione dell'azienda austriaca.
Il tema
Red Bull-Torino, cosa si sa: la ricostruzione del caso
Torino, l'annuncio della partnership con Red Bull
—Partiamo dall'inizio, dal 12 settembre 2024, data in cui il Torino annuncia la Red Bull come nuovo Official Energy Drink Partner per la stagione 2024-2025. Il club granata presenta la collaborazione come nuova ed entusiasmante, sottolineando come la partnership con il Toro sia la prima in assoluto dell'azienda con un club di Serie A dopo un ventaglio di sodalizi che spaziano dalla Formula 1 alla MotoGP, alla musica e al gaming. La collaborazione viene accolta con entusiasmo dal mondo granata e anche in alcuni casi con una vena d'ironia legata alla contestazione a Cairo post cessione di Bellanova con l'auspicio di un possibile rilevamento del Torino da parte di Red Bull.
Torino, l'articolo di La Stampa fa scoppiare il caso acquisizione
—Passa un mese e mezzo dall'ufficialità di Red Bull come partner granata, di acquisizione del club non si è mai parlato se non nei commenti ironici di metà settembre. 28 ottobre 2024, La Stampa pubblica un lungo approfondimento dall'eloquente titolo "Toro in vendita". Il quotidiano afferma che Cairo avrebbe avuto tre incontri con gli emissari della Red Bull per discutere di un possibile coinvolgimento ulteriore dell'azienda come main sponsor per la stagione 2025-2026 e per valutare un eventuale interessamento nell'acquisizione vera e propria del club. Tra i nodi di discussione la questione stadio di proprietà, chiave per future iniziative commerciali parallele. La Stampa indica la possibilità che la cessione sia vicina, adducendo due elementi: il fatto che Cairo avrebbe iniziato a discutere il ritiro delle fideiussioni aperte legate al Toro e le tempistiche della cessione Bellanova a 25 milioni di euro, accelerata senza aspettare che il valore del giocatore crescesse ulteriormente per rendere il bilancio più appetibile agli occhi della Red Bull.
Torino, la smentita di Cairo: "Totale falsità, non ho alcuna intenzione di vendere"
—La notizia si sparge a macchia d'olio nel mondo granata. La replica del presidente Urbano Cairo non si fa attendere e arriva già nella mattinata del 28 ottobre, giorno di pubblicazione dell'articolo. Il patron del Torino è netto nella smentita ai microfoni di TorinoCronaca: "Anni fa Ciuccariello, oggi Red Bull. Cambia il soggetto ma la costante è la totale falsità delle notizie pubblicate”. Versione ribadita anche all'Ansa in una dichiarazione più estesa con diretto riferimento a La Stampa: "Non c'è nulla di vero, non ho alcuna intenzione di vendere il Torino, non ho incontrato nessuno. Diciamo che a La Stampa piace destabilizzare l'ambiente del Toro. In passato scrissero che avrei venduto a un tale Ciucciariello, stavolta almeno hanno fatto un upgrade...".
Torino-Red Bull, La Stampa prende atto delle parole di Cairo ma non smentisce
—Il caso si accende e La Stampa risponde alla smentita di Cairo nell'edizione del 29 ottobre 2024. Il quotidiano pubblica il testo di una PEC inviata da Cairo al giornale: "Quanto riportato nell’articolo è falso. Il dottor Urbano Cairo non ha mai avuto incontri con esponenti o emissari della Red Bull finalizzati alla vendita del Torino Fc. Vi diffidiamo per l’ennesima volta dal diffondere informazioni non veritiere e prive di fondamento, che danneggiano la Società e possono avere effetti destabilizzanti". La Stampa risponde ma non smentisce: "Impossibile non prendere atto delle parole di Cairo, ma la circostanza degli incontri e gli argomenti sul tavolo - partiti da una discussione su un eventuale accordo con Red Bull per diventare main sponsor, si è iniziato a valutare anche la possibilità di una cessione - trovano più conferme in ambiti molto diversi a Torino e a Milano. Banche d’affari - tra cui JP Morgan - confermano che Red Bull è interessata a un impegno in Serie A e sta studiando il calcio italiano, valutando la possibilità di una disponibilità verso club che abbiano uno stadio di proprietà". La replica del quotidiano si chiude con un altrettanto netto: "La Stampa ribadisce quanto scritto: nessun tentativo di destabilizzazione, semplicemente tre fonti finanziare e commerciali confermano gli avvenuti incontri".
Torino, la Red Bull non si pronuncia pubblicamente e allarga gli orizzonti in Giappone
—E la Red Bull? Il colosso dell'energy drink non ha mai smentito apertamente le indiscrezioni con dichiarazioni ufficiali e pubbliche nelle modalità impiegate invece da Cairo. Nel primo articolo pubblicato da La Stampa viene solo segnalato che, in via informale, Red Bull avrebbe ribadito di essere official energy drink del Torino per la stagione in corso. Un'affermazione che ribadisce il ruolo dell'azienda limitandolo alla partnership già in essere con il club granata, senza riferimenti a quanto riportato sulle velleità di acquisizione. Intanto la Red Bull prosegue nella realizzazione del suo network in ambito calcistico, costruito tramite l'acquisizione di diversi club sparsi in giro per il mondo (Lipsia, Salisburgo, New York Red Bulls, Bragantino...). L'azienda di recente ha esplorato nuovi orizzonti e proprio nei primi di novembre è sbarcata in Giappone, acquisendo la totalità delle quote dell'Omiya Ardija, club di terza divisione. Per ragioni di "coerenza con la rete globale delle squadre di calcio di Red Bull", l'Omiya Ardija è diventato RB Omiya Ardija, ha aggiunto il navy ai colori sociali e adotterà un nuovo stemma con il marchio Red Bull riconoscibile in cui verrà integrato un elemento arancione nel rispetto del tradizionale simbolo distintivo della città di Omiya.
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