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Retroscena Baselli: quel sondaggio dell’Everton e il ‘no’ secco del Torino

Retroscena Baselli: quel sondaggio dell’Everton e il ‘no’ secco del Torino - immagine 1
Focus On / Per il club granata, il bresciano resta un perno per il presente e per il futuro. Ma ora deve crescere in cattiveria e dal punto di vista fisico
Gianluca Sartori Direttore 

Un talento dalle prospettive importanti, che deve ancora crescere in determinate cose: questo è il profilo attuale di Daniele Baselli, mezz'ala che per il club granata è un pilastro fondamentale del Torino del futuro. Arrivato al Toro da poco più di un anno, il ragazzo ha messo in mostra qualità importanti ma anche la necessità di crescere sotto alcuni aspetti.

Come per la scorsa stagione, l'avvio di campionato è stato positivo: due gol nelle prime due giornate contro Milan e Bologna. A San Siro è entrato nella ripresa, contribuendo a cambiare la partita e accendendo le velleità di rimonta granata con una bella rete, frutto di una percussione palla al piede efficace, seppur aiutata da una difesa del Milan nell'occasione non troppo reattiva, seguita da un tocco preciso a scavalcare Donnarumma. Contro il Bologna, invece, Baselli è stato lanciato titolare da Mihajlovic. La sua era stata una partita a due facce: prima il pallone perso che aveva innescato la galoppata vincente di Taider, poi il riscatto con la rete personale, realizzazione non difficile visto che la maggior parte del lavoro era stata fatta da Lucas Boyè, ma comunque importante per la fiducia del ragazzo.

Poi, il passo falso di Bergamo, sia a livello di squadra che a livello individuale: Baselli ha messo in mostra quelle che sono le sue attuali lacune, in primis il gap fisico che lo costringe a faticare contro "ghepardi" del calibro di Kessiè, giocatore con una cilindrata decisamente maggiore. Poi, la mancanza di cattiveria: ma Mihajlovic per primo sa che quando Baselli riuscirà ad unire il suo talento al giusto furore agonistico, saranno dolori per gli avversari.  Non per niente, Mihajlovic si è sempre opposto, in estate, ad una sua possibile partenza. Prima, per stessa ammissione del DS Petrachi, il tecnico serbo ha risposto picche quando si è paventata l'ipotesi di uno scambio con il milanista Kucka. Poi, nell'ultima settimana di agosto, il Torino si è opposto anche alle avances dell'Everton, che aveva sondato concretamente il terreno attorno all'altro di Manerbio: Ronald Koeman era molto interessato al profilo del talento di Manerbio per il Torino, come alternativa a Moussa Sissoko per un rinforzo a centrocampo.

Alla fine i Toffees sono rimasti con un pugno di mosche in mano: il francese è andato al Tottenham, il Porto ha blindato Brahimi nonostante un'offerta monstre di 40 milioni, Il Torino ha stroncato sul nascerei la trattativa, ritenendo il ragazzo uno dei fulcri attuali e futuri del centrocampo e della squadra. C'è da scommettere che da oltremanica continueranno a seguire il giocatore, che però ora deve pensare a ripagare la fiducia del Torino, crescendo là dove occorre e mettendo in campo la volontà di arrivare davvero a essere un giocatore vero e compiuto. A partire dall'appuntamento di domenica contro l'Empoli.