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Riforma rose, cosa cambia per il Toro e per il calcio italiano

Nicolò Minella

Analizziamo la situazione del calcio italiano e dei granata in vista della futura riorganizzazione delle rose imposta dalla FIGC. Come cambierà lo scenario in Italia nei prossimi...

"La riforma approvata dal Consiglio Generale della FIGC cambierà drasticamente lo scenario del calcio Italiano.

"UNA SVOLTA DA CUI RIPARTIRE- A partire dalla stagione 2015/2016 tutte le società dovranno, infatti, possedere in rosa un massimo di 25 giocatori di cui 4 cresciuti nel proprio vivaio e 4 cresciuti in un settore giovanile italiano. La riforma proposta dal presidente della Federazione Tavecchio rappresenta, quindi, una vera e propria svolta epocale. Alla luce dei fallimentari Mondiali sudafricani e brasiliani e dell'evidente gap valoriale tra le realtà italiane e i più importanti club europei, si è, infatti, parlato molto della necessità di pratiche di intervento atte a valorizzare le promesse di casa e i vivai delle società dello Stivale. Dopo la giornata di ieri, sembra, quindi, finalmente giunto il momento di risollevare un movimento calcistico, quello italiano, ormai in declino da troppo tempo.

"TORO, COME CAMBIA LA SITUAZIONE- Ma veniamo al Toro. In che modo dovrà muoversi la dirigenza granata nei prossimi anni? In tal senso, i granata sembrano essere ben messi o, quanto meno, adeguatamente coperti. Il Toro possiede, infatti, una delle formazioni Primavera più forti d'Italia e detiene il cartellino di giocatori attualmente ceduti in prestito come Parigini, Barreca, Chiosa, Scaglia, Aramu e Alfred Gomis, tutti prodotti del vivaio dotati di un grande potenziale. E', inoltre, opportuno notare come Moretti e Bovo, entrambi ultratrentenni, siano quasi giunti a fine carriera. A tal proposito, Cairo e la dirigenza farebbero bene a cominciare a sondare il terreno in modo da studiare nomi per un futuro, ma a questo punto neanche troppo lontano, ricambio generazionale. Sebbene negli ultimi anni siano arrivati alla corte di Ventura molti stranieri come Vesovic, Bruno Peres, Sanchez Mino, Ruben Perez e Farnerud, il Toro è tutto sommato una compagine che può trarre numerosi benefici dall'applicazione della riforma sulle rose (può, infatti, vantare la presenza di un buon quantitativo giocatori cresciuti in un settore giovanile italiano, basti pensare a Darmian, Padelli e Benassi, tre elementi per i quali si prospettano ancora numerosi anni di attività).

"E LE ALTRE SQUADRE?- Situazione ben diversa, invece, per altri club della Massima Serie. Prendiamo come esempio l'Inter, società che nell'ultimo ventennio ha preferito rinforzare la squadra attingendo dall'estero. I nerazzurri saranno sicuramente chiamati ad un drastico cambio di mentalità progettuale, un cambiamento che richiederà tempo e pazienza. Al di là di queste considerazioni, è evidente come tutte le società della Penisola dovranno rivedere i propri piani di calciomercato e abbandonare l'incomprensibile ed eccessiva tendenza ad acquistare giocatori stranieri: il calcio italiano ha bisogno di una boccata d'ossigeno e deve necessariamente affidarsi alle proprie risorse.

"La valorizzazione dei settori giovanili e delle promesse italiane è, quindi, un'ottima soluzione, un intervento che potrebbe favorire il ritorno del nostro movimento calcistico agli albori di un tempo, e soprattutto, assottigliare, almeno in parte, la disparità economica che sussiste tra le varie realtà del nostro paese.