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Rincon difensore, dentro pure Warming: per Juric la Coppa come un laboratorio
"Hanno giocato quelli che giocano meno per dimostrarmi che mi sbaglio e alla fine sono molto rammaricato": la serata di Genova che ha contrapposto Sampdoria e Torino si può sintetizzare così in casa granata. Sono, del resto, le parole utilizzate da Ivan Juric davanti ai microfoni al triplice fischio. Tante novità di formazione, tanti passi indietro rispetto alla partita dominata in campionato contro il Bologna. Chi ha avuto la sua possibilità a Marassi non l'ha sfruttata appieno, anzi in alcuni casi ha proprio deluso (pensiamo a Izzo, a Baselli, a Zaza o al subentrato Warming, apparso troppo "leggerino" per gli standard del calcio italiano). Discorso a parte merita Rincon, che ha rappresentato la vera e propria sorpresa di formazione di Juric nel match di Coppa Italia.
NOVITA' - Rincon perno della retroguardia un po' come Medel nel Bologna è stato indubbiamente una sorpresa per tanti, non per l'allenatore che ha confessato di averlo provato più volte in quella posizione nelle ultime settimane. "Oggi Rincon ha fatto il difensore centrale - ha sottolineato il croato -. Per fare allenare tutti dato che abbiamo 6-7 centrocampisti lui fa spesso il difensore centrale e quella di oggi non era un'idea nuova. Certo per poter fare esperimenti ci devono essere le circostanze giuste". C'è però da dire che la Coppa Italia è stata interpretata da Juric, e l'esperimento Rincon lo conferma, come un grande laboratorio in vista delle possibili scelte di mercato (anche se Juric ha nuovamente ribadito che a gennaio non si fa mercato) e in campionato.
SPERIMENTAZIONE - Anche l'ingresso del già citato Warming è stato sorprendente, ma coerente con quanto dichiarato da Juric fin dalla vigilia. Effettivamente è stato dato minutaggio a tutti coloro i quali avevano avuto meno opportunità sino a oggi e nella lista figurava anche il 2000 danese, che in tutta la stagione si era visto solo per pochissimi minuti alla fine di Napoli-Torino. Negli ultimi 10 minuti è stato rispolverato, in tal senso, anche il centrocampista Kone. Inoltre, nel laboratorio di Marassi Juric ha potuto rivedere finalmente in campo Ansaldi e Mandragora, due elementi molto importanti nello scacchiere del Torino (meglio il centrocampista napoletano rispetto al sudamericano). Giusto o sbagliato sperimentare così tanto in una gara da dentro o fuori in una competizione che comunque mette in palio un titolo e agli Ottavi poteva regalare un derby al Torino? La risposta non è semplice, anche perchè la coperta è sempre corta e sperimentare in campionato, si sa, risulta molto complicato. Un'ultima nota riguarda la Sampdoria. Roberto D'Aversa è stato bravissimo in questi ultimi 10 giorni. Ha svolto un lavoro da psicologo dello sport di prima fascia. La sua Sampdoria si è ricompattata di fronte ai problemi ed è stata un'altra squadra rispetto alla partita di fine ottobre a Torino.
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