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Ritorno al passato?

Redazione Toro News

Il Toro deve guardare al futuro, con un occhio al presente, perché la situazione non è delle più rosee, a dispetto dei miglioramenti visti da Zaccheroni. Mettiamoci pure i venti minuti giocati alla pari con il...

"Il Toro deve guardare al futuro, con un occhio al presente, perché la situazione non è delle più rosee, a dispetto dei miglioramenti visti da Zaccheroni. Mettiamoci pure i venti minuti giocati alla pari con il formidabile Palermo, i due legni colpiti da Rosina, uno all’inizio e l’altro alla fine del match, ma non si può nascondere che forse a Zaccheroni manca un po’ il senso della misura del tempo, perché per vedere delle note positive occorre che la squadra resti in partita tutti i novanta minuti. Non ci si può nemmeno attaccare al fatto che si è solo agli inizi, perché siamo quasi a metà del girone di andata e la squadra non ha fatto salti di qualità, non è ancora riuscita a trovare il colpaccio tanto atteso.

"E’ vero, non si poteva pretendere di andare a Palermo e sbancare il Renzo Barbera, dove sarà difficile per tutti passare, ma quanto visto non fa presagire un futuro immediato fuori dal tunnel. E’ quasi sintomatico, a parte Abbiati che ha messo una toppa in alcune difficili occasioni, che i migliori a Palermo siano stati due della vecchia guardia, Brevi e Rosina. Bocciati o quasi i nuovi, in particolare Pancaro e Fiore, due ectoplasmi in campo. Su Balestri non si può pretendere il miracolo dell’anno scorso, perché gioca solo a sprazzi e lui è abituato a trovare la forma correndo su è giù per il campo. Non si venga però a dire che non è adatto alla A perché alla Reggina ha fatto il suo dovere. In una partita come quella di Palermo occorreva la velocità di Abbruscato, ma come fa a trovare la forma e il gol se non gioca? Stesso discorso vale per Ardito che Zaccheroni proprio non vede o si è dimenticato. Visto il campionato che stanno facendo l’Atalanta e il Catania, le altre due neopromosse, con pochi innesti efficaci, viene da pensare che forse era meglio puntare sugli uomini chiave della scorsa stagione, gente più abituata a soffrire rispetto ai big, meno adatti ai sacrifici collettivi.

L’altro giorno Brevi in conferenza stampa aveva detto, riguardo proprio all’Atalanta e il Catania, che vivevano ancora dell’entusiasmo passato, forse ha centrato il punto del disagio granata. Manca l’eccitazione dell’anno scorso, quando tutto sembrava un miracolo e invece si è tramutato in splendida realtà. Sia chiaro nessuno avrebbe scommesso un Toro in A già in questa stagione nel luglio 2005, si paga il noviziato e gli errori che ne derivano, ma visto che l’appetito vien mangiando sarebbe stupido buttare via una stagione senza prendere i provvedimenti necessari.

'Il tecnico non si discute' dicono i giocatori. Ce ne sono 29 in rosa, qualcuno di quelli estromessi può dire la sua, gente come Ferrarese, Lazetic, Ardito, tanto vale provarli in attesa di qualche ritocco di gennaio, che certamente ci sarà. Ma soprattutto bisogna ritrovare in campo l’entusiasmo passato, la serie A non la regala nessuno, non è facile conquistarla così com’è difficile mantenerla, ma visto che sia Zac che Cairo sono ambiziosi, non si possono accontentare di una semplice comparsa. Chi non è motivato abbastanza si metta da parte, può far meglio gente con piedi meno raffinati, ma più voglia in corpo.