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E’ sera, nella sala delle colonne che fa da sfondo alla presentazione del libro “Acrobazie Granata” (Fratelli Frilli editori, 128 pagine, € 14) di Michele Ruggiero e Stefano Tallia, giornalisti Rai e cuori Toro. Di fronte...
E’ sera, nella sala delle colonne che fa da sfondo alla presentazione del libro “Acrobazie Granata” (Fratelli Frilli editori, 128 pagine, € 14) di Michele Ruggiero e Stefano Tallia, giornalisti Rai e cuori Toro. Di fronte a una platea di tifosi granata e costituita da autorità cittadine, onorevoli e giornalisti vanno in scena le tante facce della verità dei tre mesi più intensi della (quasi) centenaria storia granata.
Si parte dall’autore che ha intervistato anche il duo Cimminelli e Romero, oggi assenti, trovandoli diversi a distanza di tempo. “Sono persone che hanno conosciuto una sconfitta umana, nel caso di Romero, imprenditoriale e professionale nel caso di Cimminelli, che è comunque fallito in quell’attività”. Ma attorno al tavolo, in un incontro moderato da Battista Gardoncini, ci sono anche i lodisti Gianni Bellino, Sergio Rodda e Pierluigi Marengo, il sindaco Sergio Chiamparino, l’assessore al bilancio Paolo Peveraro e l’onorevole Alberto Nigra. Grande assente della serata il presidente Urbano Cairo, a cui sarebbe toccato rispondere a domande precise e persino imbarazzanti. Ecco così che nelle parole dei protagonisti della tremenda estate granata tornano le speranze, le angosce, le inquietudini e le contraddizioni dell’agire di Giovannone, dello stesso Cairo, dei lodisti e dei politici.
Con Massimo Novelli che, per primo, ricorda che è una vicenda così complicata che una verità sola non si può scrivere perché ha tante facce, spazio a un dibattito intenso in cui prendono la parola Rodda, Marengo, Chiamparino, Gardoncini, Peveraro e Nigra e in cui si aprono inquietanti interrogativi. Per esempio, chiede Bellino: “Perché se sapevate che c’era un imprenditore interessato non ci avete avvisato, cari politici, con una telefonata dicendo almeno di andarci piano a comprare giocatori?” La risposta, piccata, di Chiamparino è che: “ho parlato quando la proposta di acquisto è stata formalizzata, prima erano solo parole”. Una proposta che, alla fine della telenovela, ha portato, ricorda Rodda “all’acquisto del Torino a zero euro, senza nemmeno un grazie da parte di Cairo”.
Sullo sfondo il ruolo ambiguo di Giovannone, fino alle 17 del 22 agosto disposto a cedere la società recuperando solo i soldi investiti salvo poi cambiare idea, la telefonata del presidente Lotito all’assessore Peveraro in cui gli dice: “se la faccia di Giovannone è un problema, io la cambio”.
Dal canto suo, Stefano Tallia, autore della cronistoria del libro, sostiene che Cairo sia stato “l’incidente non previsto, la soluzione nuova” in un momento in cui cominciava a prendere sempre più consistenza l’ipotesi che a Torino non ci fosse posto che per una sola squadra: quella che ha comprato la “banderuola granata”, quasi a voler fagocitare con essa i rivali storici. Resta da chiarire perché Cairo, al momento di iniziare una trattativa che Marengo ha sottolineato essere “la più veloce della storia, anche per i tempi tecnici”, non si sia rivolto alla società granata dei lodisti per invitare a una maggior prudenza nella firma dei contratti dei nuovi giocatori.
Un dato di fatto accomuna i presenti: una grande e profonda riconoscenza ai lodisti per l’operazione di salvataggio svolta e il loro tributo agli autore per aver contribuito a fare ordine in una vicenda tormentata. Con l’augurio che per il nuovo Toro torni finalmente a splendere il sole
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