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Rodriguez: “La Serie A il campionato più difficile. Ora sento più calore dai tifosi”
Ricardo Rodriguez si è raccontato ai microfoni di Torino Channel, che ha pubblicato oggi la seconda parte di una lunga intervista in cui il difensore svizzero del Torino ha svariato su molti temi diversi raccontando diversi aspetti della sua personalità (qui la prima parte dell'intervista). Ecco le parole del giocatore granata: "Da bambino avevo già la passione per il pallone, diciamo a partire dai quattro anni. Giocavo con mio padre e i miei fratelli, che sono anche loro giocatori. A mio padre piaceva molto il calcio, ha giocato in piccole squadre. Andavamo allo stadio, per stare anche insieme. Sono nato con un'ernia diaframmatica, ho avuto anche un blocco intestinale e sono stato operato due volte. Sono stato parecchio in ospedale e ho visto tante cose brutte. Ho raccontato queste cose in un libro per aiutare anche i piccoli che vogliono giocare e magari hanno problemi. Io ho sempre sognato di fare il calciatore, non ero bravo a scuola, ho perso anche tanti anni a causa della malattia. Mi piacerebbe che i miei figli facessero sport, ma la scuola è importante. Mi spiace non aver imparato bene l'inglese, però parlo tedesco e spagnolo. Tatuaggi? Sì, ho una Madonna e una preghiera in italiano, me l'ha regalato un mio zio quando stavo male. Credo in queste cose, ma non sono uno che va molto in chiesa. La famiglia la vedo poco, quando posso è bello stare insieme. Penso tutti i giorni a mia madre, che è mancata nel 2015".
Quella del difensore è stata la tua posizione iniziale?
"Sì, io fin da piccolo son sempre stato difensore. E' chiaro che quando sei piccolo vuoi fare i gol e i dribbling, ma difendere è sempre stato il mio ruolo".
Hai giocato in Bundesliga, hai giocato in Champions e ti sei tolto qualche soddisfazione in Nazionale. Quali sono i ricordi più belli?
"Quando ero in Nazionale e abbiamo vinto il Mondiale U17 con la Svizzera è il ricordo più bello. Poi sicuramente ci sono molte altre partite importanti, difficile dirne una”.
La Bundesliga, l'Eredivisie, la Serie A: ne hai conosciuti già diversi di campionati. In ognuno di questi ci sono delle richieste un po’ diverse...
"In Germania è un altro calcio, c'è un'altra gente: i tedeschi sono più freddi. In campo in Germania ci sono più spazi per giocare, poi in Olanda - anche se ho giocato solo 6/7 partite - si gioca tanto la palla, tecnicamente sono molto forti. L'Italia però è il campionato più difficile di tutti perché tatticamente sono tutti molto avanti ed è molto difficile".
Parlando di pubblico e di tifosi, in Italia sono diversi rispetto agli altri paesi?
"Sì, sono molto calorosi: si vede che amano il calcio".
Com’è il Toro da questo punto di vista?
"Rispetto a prima, ora i tifosi sono dalla nostra parte e questo si sente e fa la differenza: questa è una cosa bella perchè ci dà forza. Speriamo che rimarrà sempre così. Ora stiamo facendo bene, solo che ci mancano dei punti".
Tu sei nato a Zurigo. Com'era il quartiere dove vivevi?
"Il luogo era bello perché dove abitavo non era grande e potevo uscire con gli amici. Era un contesto internazionale perché avevamo italiani, albanesi, croati, africani: era bello".
Hai vissuto a Eindhoven, poi in bassa Sassonia quando giocavi con il Wolfsburg e poi in Italia. Paesi molto diversi tra loro..
"In Germania faceva sempre freddo ed era troppo grande la città. Dopo sono andato a Milano, dove è tutto diverso: il caldo, la gente più aperta. Eindhoven è simile un po’ alla Germania, ma alla gente piace stare fuori. Sono tre città diverse".
Come ti trovi a Torino?
"Mi trovo molto bene perché è bella. La città mi piace".
Quali zone ti piacciono di più?
"Io abito in centro e mi piace molto. Mi piacciono anche le colline e mi piace il tempo che è sempre bello. Quando ho del tempo libero vado a fare una passeggiata".
Alla tua compagna piace il calcio? Viene a vederti allo stadio?
"Lei vede tutte le partite quando può".
Che tipo di rapporto avete? E' tanto tempo che la conosci?
"La conosco da tanto tempo, quasi undici anni e stiamo insieme da otto".
A te piace molto viaggiare, però non so se hai avuto tempo fino ad ora perché avete sempre un po’ le vacanze contate...
"Giocando anche in Nazionale non ho molto tempo per viaggiare. Quando vado in vacanza mi piace andare in un posto dove posso recuperare bene, stare tranquillo e il tempo deve essere bello. Mi piace andare al mare. Mi piace mangiare bene".
Che rapporto hai con il cibo? Hai un piatto preferito?
"Mi piace mangiare tutto, è difficile scegliere un piatto preferito".
Ti piace cucinare?
"Quando sono da solo, cucino. Mi piace cucinare il riso con il pesce e un po’ di avocado e le verdure. Sono molto attento all’alimentazione. Anche se dopo una partita si può mangiare quello che vuoi".
Qual è il tuo obiettivo quando non sarai più un calciatore?
"Voglio viaggiare, voglio visitare il Sudamerica. Dopo il calcio non so ancora cosa fare".
Tu sei già stato in Cile, visto che è il paese originario di tua mamma?
"No, non ci sono mai stato e mi piacerebbe andarci. E' la prima cosa che voglio fare".
Tuo papà invece è originario della Spagna. La conosci meglio?
"Sì la conosco meglio perchè mio papà è della Galizia".
Dove vorresti vivere poi una volta finita la carriera da calciatore?
"Sicuramente a Zurigo, poi voglio andare dove c'è il sole".
Hai parlato dei tuoi obiettivi, anche se non hai ancora bene le idee chiare su che cosa vorrei fare. C’è qualcosa che invece assolutamente vuoi diventare?
"Voglio sicuramente essere un bravo papà che sta sempre con la famiglia e aiutarla perchè è una cosa importante".
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