Paolo Vanoli e Ivan Juric, presente e più recente passato del Torino, per la prima volta a confronto. C'è una sfida nella sfida in Roma-Torino ed è proprio quella tra i due tecnici che si sono avvicendati sulla panchina granata. Da una parte Juric e dall'altra Vanoli, due allenatori ai poli opposti per filosofia e idee di gioco, diversi anche nel modo di comunicare per quanto entrambi assolutamente schietti. Li accomuna la cultura del lavoro, aspetto curato in modo attento da entrambi e subito notato da Vanoli all'arrivo a Torino.
Il tema
Roma-Torino, è scontro tra presente e passato granata: Vanoli e Juric a confronto
Vanoli e Juric, filosofie diverse a confronto
—Quando il Torino ha scelto Vanoli, lo ha fatto in totale discontinuità con il triennio Juric. Nuova linfa, nuove idee, nuova pagina dopo la scelta di separarsi dal croato. Il 3-5-2 di Vanoli non è stato una sorpresa, perché i tifosi granata lo avevano già osservato quando Juric lo aveva sperimentato nell'ultimo anno al Toro per esigenze di rosa rispetto al 3-4-2-1, marchio di fabbrica del croato tornato in voga a Roma. Cambia però il modo in cui il modulo viene applicato e le richieste dei due allenatori. Juric chiede un calcio fisico, fatto di aggressione frenetica a tutto campo; Vanoli costruisce la propria idea di calcio su una manovra elaborata e ragionata sulla gestione dello spazio. Cambia l'organizzazione dei singoli reparti. La difesa non opera più sull'uomo come con Juric, ma lavora a zona con un'organizzazione corale; a centrocampo ampio spazio al fraseggio con Vanoli, il ruolo degli esterni è cruciale per entrambi ma con il tecnico bresciano partono più avanzati; in attacco le due punte devono essere vicine per poter dialogare continuamente tra loro a differenza di quanto accadeva con Juric che li preferiva più distanziati. Due modi diversi di vedere il calcio e di rappresentarlo. Entrambi molto nitidi e curati da due allenatori che condividono la stessa ricerca per i dettagli.
Juric appeso a un filo, Vanoli cerca continuità
—Juric e Vanoli si incontrano in momenti molto diversi dei rispettivi percorsi professionali. Il croato ha scelto Roma perché occasione irrinunciabile, ma è già appeso a un filo e ha bisogno di risultati per non far traballare ulteriormente la panchina e cerca di silenziare il tumulto che è diventato l'ambiente giallorosso dall'esonero di De Rossi. Vanoli invece è all'inizio del proprio percorso al Toro, sta plasmando una squadra sulla base della propria filosofia e ne sta raccogliendo i frutti in un percorso di costruzione fatto di alti e bassi. Diverso inevitabilmente l'umore: Juric torna all'Olimpico dopo la figuraccia del Franchi, Vanoli va a Roma con la vittoria sul Como alle spalle, che seppur sporca ha ridato i tre punti al Toro dopo un mese. Il croato è circondato da un ambiente sfiduciato per la gestione societaria della squadra e per gli ultimi risultati; il bresciano ha potuto contare fin qui sul supporto dei tifosi, conquistati già alla seconda giornata con la presa di posizione su Bellanova e poi con le parole d'amore per il calore del popolo granata. Fin qui in carriera non si sono mai incrociati, lo faranno giovedì nella cornice dell'Olimpico di Roma: il primo incontro tra Vanoli e Juric.
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