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"Dalle dichiarazioni di ieri del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Simone Valente, è emersa la presentazione di un emendamento che introduce forme di partecipazione popolare e azionariato diffuso nelle società professionistiche: "La Commissione cultura della Camera ha dato il via libera a un emendamento contenuto nel Ddl collegato sport". Un primo passo importante, che valorizza il lavoro di associazioni come ToroMio. L'associazione formata da tifosi granata, si batte da 9 anni per il riconoscimento della partecipazione attiva dei tifosi alla vita dei club e proprio nello scorso novembre aveva incontrato i due sottosegretari Valente e Giorgetti presentandogli un disegno di legge di iniziativa popolare. A seguito di questa notizia abbiamo intervistato Massimiliano Romiti, dell'associazione ToroMio:
""Ho avuto modo di sentire anche il sottosegretario oggi, questo emendamento rappresenta l'onda lunga di quell'incontro di novembre, che vedeva protagonista ToroMio insieme a tutte le associazioni di tifosi che hanno costituito "Nelle Origini Il Futuro", che è il comitato di promozione della legge sull'azionariato popolare. Una legge redatta nell'ambito di ToroMio, sostenuta da tante realtà come quella dei tifosi del Milan, della Roma, del Cosenza e di altre realtà locali che si sono riunite per promuovere il valore della partecipazione popolare nel calcio professionistico. Queste categorie sono state trasmesse al Governo già a novembre tramite un incontro con Valente e Giorgetti ed ecco che, anche se con i lunghi tempi del Parlamento e dopo la parentesi elettorale, è venuta fuori questa buona notizia."
"Per voi e per il vostro movimento, questo è un segnale importante?
""Si è deciso di approvare questo emendamento che finalmente riconosce la partecipazione popolare come valore. Cosa per cui un'associazione come ToroMio lavora da 9 anni, quindi siamo molto contenti: la spinta decisiva, probabilmente è arrivata anche dalla costituzione del N.O.I.F. (Nelle Origini il Futuro), promossa da ToroMio ma che ha visto unirsi tante realtà importanti (APA Milan, MyRoma) del calcio italiano. L'unione tra queste importanti realtà, probabilmente, ha smosso anche certe stanze della politica."
"Ora quali sono i prossimi passi?
""Da questo riconoscimento che è un primo passo fondamentale, speriamo si arrivi ad una normativa di dettaglio che sia altrettanto soddisfacente. Normativa che per quanto riguarda la partecipazione popolare noi abbiamo già proposto, nel senso che abbiamo un testo di legge vero e proprio tra le mani. Ma ci sarebbero altri mezzi di partecipazione come l'azionariato diffuso e parlando direttamente mi sembra che nella manifestazione di riconoscimento di principio ci sia la volontà di fare un discorso generale".
""La prossima occasione si presenterà o il 22 o il 29 di giugno, perché ci sarà una riunione del comitato N.O.I.F. a Parma. Parma perché è l'unica società di Serie A che di fatto ha una governance che segue un modello di partecipazione popolare. Probabilmente ci sarà anche la partecipazione anche di qualche protagonista di questo percorso a livello legislativo. Magari ci si potrà confrontare sul testo dell'emendamento completo e sarà comunque una bella giornata per quanto riguarda questo tema. Finalmente il modello di partecipazione popolare viene riconosciuto come valore dallo Stato, è una cosa utile a tutti".
"Quale sarebbe il vostro modello preferito?
""Il problema della partecipazione è che non è nella testa della gente. Il concetto che vogliamo far passare con la nostra proposta di legge è quello del club partecipato e dell'ente di partecipazione popolare, come il modello tedesco. Il modello spagnolo non è da noi perseguibile perché bisognerebbe riportare tutti i club ad associazione e non è fattibile e l'ultimo modello che ad esempio stanno cercando di seguire i nostri amici dell'APA Milan è quello dell'azionariato diffuso. Dato un numero di azioni numeroso, acconsentire a dare un azione a un certo numero consistente di tifosi e attraverso quello sviluppare l'azionariato popolare con il concetto che il singolo tifoso sia concretamente azionista. Mentre nel modello che proponiamo noi, sarebbe l'ente di partecipazione popolare che detiene una quota e il tifoso sarebbe socio di quell'ente. Uno è un modello di partecipazione diretta, l'altro di partecipazione indiretta: alla fine quello che conta è che la partecipazione sia popolare, ci interessa il concetto che al tifoso venga riconosciuta dignità importante e considerazione. L'idea del tifoso come semplice cliente non piace a nessuno di noi".
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