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Insultato fin dal suo ingresso in campo, Matteo Rubin ieri ha svolto il suo allenamento senza dar segno di sentir nulla. Nessuna reazione orgogliosa o stizzita, nessun atteggiamento particolarmente umiliato. Il pubblico se...
"Insultato fin dal suo ingresso in campo, Matteo Rubin ieri ha svolto il suo allenamento senza dar segno di sentir nulla. Nessuna reazione orgogliosa o stizzita, nessun atteggiamento particolarmente umiliato. Il pubblico se l’è presa con lui e con i suoi avi, come da miglior tradizione (anzi, andando volutamente a colpire un punto particolarmente debole in questo momento), invitandolo ad andarsene e sottolineando l’assenza di rimpianti in caso di separazione con un ripetuto “non ti vogliamo”.
"Insomma, i tifosi hanno fatto sentire in maniera piuttosto chiara che, per loro, il rapporto con il terzino è concluso. La società ne prenderà atto? Cairo, per sua stessa ammissione, è sempre stato piuttosto sensibile alla volontà popolare in sede di mercato; specialmente quando si è trattato di confermare giocatori, ma chissà che non possa fare altrettanto quando deve invece vendere.A prescindere dalla volontà del presidente e da quella del pubblico, a pesare rischia di essere soprattutto quella del giocatore. Che magari non verrà accontentato nel suo sogno di andare a Palermo, dato che non è ricambiato da parte rosanero, ma che evidentemente vuole andare via.
"La giornata di ieri sancisce un addio che sarà difficile non realizzare. Quale la destinazione del giocatore, difficile a dirsi; le sue inopportune dichiarazioni non fanno certo il gioco del club di Cairo, ora quasi “costretto” a cederlo. Spiace che un ragazzo per il quale abbiamo provato affetto debba concludere in questo modo il suo amore con il Toro, ma certo è lui e solo lui l’artefice della propria fortuna; la gioventù può essere un alibi davvero marginale, in questo caso, per quanto il giocatore abbia messo in campo sempre tutto il proprio sudore. Fa male chiudere così con il giovane veneto che più di una volta ha dimostrato di conoscere il mondo Toro, da Superga in giù. L’unico pensiero che arriva alle labbra, amaro e ripetuto, è questo: meno cuori granata, più seri professionisti.
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