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Salvi per un ”tuono” e un ”lampo”

Redazione Toro News

di Fabiola Luciani

 

Bello vincere nel finale, come la pioggia che dopo il sole non solo raffreddava l’aria ma ti appare addirittura amico, quasi che il...

"di Fabiola Luciani

"Bello vincere nel finale, come la pioggia che dopo il sole non solo raffreddava l’aria ma ti appare addirittura amico, quasi che il temporale ti facesse un personale favore. Bello, bravi, grazie. Ma, mentre “tuonava”, io ho temuto, come tutti, che ci stessimo fermando, che ci fossimo fermati. E non perché fosse finita la benzina nel serbatoio della macchina granata, ma perché la strada era allagata. Il temporale, credo proprio che provenisse dal quarto piano della curva Maratona in rivolta per lo spettacolo indecoroso fino a quel momento mostrato in campo dai giocatori granata e li aveva rovesciati sopra la testa prima di Bianchi e successivamente sul piedone di Natali, sotto forma di tiri di liberazione che erano rispettivamente “tuono” e “lampo”. Un inizio di nubifragio, di fortuna sotto forma di tre importantissimi punti in una giornata favorevole su tutti i fronti. Non me ne voglia nessuno, ma ad annacquare il vino della squadra alla vigilia di Pasqua ci aveva pensato di suo il solito se non addirittura peggior Toro degli ultimi tempi, inteso come insieme di squadra, gioco, tiri in porta, carattere e voglia di vincere. Credo che anche il buon Camolese non abbia ancora le idee chiare e infatti la difesa soffriva, il centrocampo era inesistente e la trazione anteriore slittava, almeno in quella zona inesorabilmente si vedeva l’effetto acqua-planing. Ma questo posso solo pensarlo, non posso esserne sicura e comunque, se la squadra latitava in campo, era errore comprensibile per il mister subentrato al WAN da soli venti giorni, molto meno per i giocatori che pur allenandosi il doppio rispetto al passato non riescono a ricamare un azione decente che sia una. Più sicura sono del fatto che il mister abbia sbagliato il primo cambio, anche se poi gli e ci è andata benissimo, nel tirar fuori Stellone e non Bianchi. Voi tutti direte: ma sei matta? Bianchi rimasto in campo ha segnato il goal dei primo vantaggio e tu volevi metterlo fuori? Ricordo che aver smarrito il punto di riferimento per i soliti lanci lunghi dei nostri giocatori è figlio diretto della desertificazione del nostro centrocampo dopo l’uscita del pelato, che perlomeno con le sue spizzicate manteneva la squadra alta nel centrocampo avversario. Ci provo insomma a non fare come in TV dove “l’uomo partita” è sempre quello che ha segnato e mai quello che nella restante parte della gara ha davvero più degli altri cercato di tenere la squadra a galla. E vengo appunto a Bianchi. Con il metro degli “spezzoni brillanti”, cioè dei riassunti di partita per via di immagini delle azioni più importanti, Bianchi è l’uomo di una splendida girata di nuca e susseguente meraviglioso goal del primo vantaggio granata. Invece con il metro che misura tutta la partita, Bianchi è l’uomo che, perdendo palle e occasioni a ripetizione, ha dato e concesso alla squadra avversaria il sospetto di potercela fare. Tutti sbagliano e possono sbagliare, ma esiste una quota di errori oltre la quale la quantità fa qualità. I troppi errori a quel punto non costano soltanto in termini di occasioni tue non sfruttate, costano in termini di voglia che viene agli altri di provarci. Tanto per restare in tema di acqua e strade allagate, gli errori di Bianchi erano come le foglie che nessuno spazza e chi ammassano nei tombini della città: di per sé ogni foglia conta nulla e non fa danno, ma tante foglie fanno tappo e l’acqua non defluisce più. Comunque è andata. E’ andata bene, ma non per caso. Dzemaili ha spurgato un po’, l’ottimo Natali ed un volenteroso Franceschini sono stati la nostra Protezione civile, gli argini erano alti perché rispondono al nome di Abate ( se impara a crossare può davvero diventare un grande ).