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Sassuolo-Torino 0-0: anno nuovo, vecchi problemi. Ma il gioco migliora

Nikhil Jha
L'analisi a mente fredda / I granata sono apparsi in crescita rispetto alle ultime del 2016: ora occorre correggere i soliti problemi

"Anno nuovo, vita nuova". E invece no. E invece sembra che il Torino sia tornato a cascare nelle piccole o grandi trappole tese dagli avversari - ma spesso anche da se stesso - come la partita contro il Sassuolo ha dimostrato. Un Ljajic sottotono (poco meglio Falque), una squadra brillante nella prima frazione e sterile nella ripresa, un gioco che contro le squadre chiuse fatica a svilupparsi. Anno nuovo, vecchi problemi, insomma. Tra mercato e lavoro, però, si spera di trovare la chiave.

Non è tutto da buttare, attenzione. Il primo tempo giocato dal Torino era di come non se ne vedeva da tempo: attento e preciso, scorrevole in fase d'attacco e impeccabile dietro. Peccato che sia mancato il gol - ma, in effetti, era il solo assente all'appello. Dettaglio non marginale, certo (), ma neanche un dramma, per quello che rimane uno dei migliori attacchi del campionato. Nel secondo tempo la squadra ha iniziato a tirare il fiato, come (troppo) spesso accaduto in questa stagione. Le manovre avvolgenti e il controllo del campo si sono allentate: naturale, in campo ci sono anche gli avversari e il Sassuolo ha iniziato a sbagliare di meno e a fare salire il baricentro.

Non basta però per giustificare il calo improvviso dei granata, che non hanno sostanzialmente più spaventato la porta di Consigli dalla ripresa in avanti. Iturbe non ha potuto dare un grande contributo, per poca conoscenza con i compagni e per come si era messa la partita, l'infortunio di Moretti ha impedito a Mihajlovic di varare le quattro punte con Maxi Lopez che sarebbe presumibilmente subentrato a Benassi. Davanti, infine, la sensazione - soprattutto nella ripresa - era che la squadra granata si affidasse troppo all'iniziativa dei suoi singoli (poco ispirati). In mancanza della scintilla, spesso si è visto il pallone vagare sulla trequarti senza le idee chiare su come sfondare il muro neroverde. Peccati che non sono costati cari - complice un'ottima difesa - ma che suonano come piccoli campanellini d'allarme. La strada per l'Europa, , ma non si è fatta impossibile, passa dal necessario miglioramento di questi punti chiave.