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"Juan Manuel Iturbe si è calato con la voglia e la cattiveria giusta nel mondo Toro: quella voglia che possiede chi deve dimostrare di avere ancora tanto da dare e di non essere stato solo un fuoco di paglia. Lo si è visto quasi subito, nella partita di ieri contro il Sassuolo: una palla lunga - forse troppo - che stava per spegnersi oltre la linea di fondo. Iturbe ci ha creduto e si è avventato sulla sfera, riuscendo a crossarla in mezzo. Un mezzo miracolo, da cui ne è scaturito un traversone troppo corto e spiovente per la testa di Belotti, che non ha potuto girarlo in porta.
"Nondimeno, una testimonianza che il paraguaiano non è venuto all'ombra della Mole per passeggiare, bensì per mettersi in mostra e dimostrare di avere ancora i colpi ammirati da tutta Italia ai tempi del Verona. Non tutto si è esaurito lì, però: Iturbe si è messo in mostra in altre azioni, tra cui alcune serpentine di buona fattura. Testa troppo bassa? Forse sì, ma difficile chiedere di più ad un nuovo arrivato alla sua prima ufficiale con la maglia granata, e per di più in un momento in cui la squadra non pareva essere in grado di collaborare più di tanto.
"E allora la prima di Iturbe è promossa: c'è ancora tanto lavoro da fare, naturale, per poter permettere alla propria rapidità e alla propria tecnica di combinarsi con i compagni - anche se questa non è mai stata la qualità principale dell'ex Roma. La scossa rispetto ad un Ljajic ancora sotto le aspettative (QUI il commento sulla prestazione del talento serbo) c'è comunque stata, e questo è quello che, in questo momento, serve a Mihajlovic: la capacità di dare un segnale alla squadra senza abbassare il tasso qualitativo della squadra. Contro il Sassuolo la dimostrazione: Iturbe fa al caso del Toro.
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