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Savva, la concorrenza dello Sporting e il tempismo: come iniziò la storia al Torino

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Quella di Savva è una storia di tempismo e apprendimenti, senza fretta, ma tutto è successo quando doveva
Roberto Ugliono Caporedattore settore giovanile 

Zanos Savva o l'importanza dello scouting. Il Torino ha fatto esordire il secondo cipriota della storia della Serie A (il primo era stato Kastanos) e il ragazzo, partito dall'Under 18 granata, ha segnato un gol pesantissimo, coronando un percorso partito da lontano e iniziato con un'intuizione. Nell'estate del 2022 Gianmario Specchia riceve una segnalazione: all'Olympiacos Nicosia ha esordito in prima squadra un 17enne molto interessante. Messaggino a Ruggero Ludergnani e poi via all'osservazione. Il tempismo era stato tutto. Savva era finito nel mirino di tante squadre, in particolare dello Sporting. Il responsabile delle giovanili granata ha convinto il ragazzo prima di tutti e da lì il resto è storia.

Torino e Savva: la storia granata

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Il percorso in granata poi dice molto su Zanos. In queste situazioni tendenzialmente si parla di un ragazzo che abbia bruciato le tappe, ma non è il suo caso. Savva ha fatto un passo alla volta. Il ritiro con la Primavera di Scurto nel 2022, il periodo di formazione con l'Under 18 di Antonino Asta e il ritorno in Primavera, fino al ritiro in prima squadra nel 2023 con tanto di gol alla FeralpiSalò. Il segreto del cipriota è la sua capacità nell'apprendimento. Lo stesso Juric l'aveva sottolineato in passato, spiegando che fosse la caratteristica che più gli piace Zanos. D'altronde nel calcio il saper imparare in fretta è fondamentale. Savva è così. Non è un caso che abbia interpretato bene un ruolo non suo all'esordio in Serie A e che abbia fatto un movimento che difficilmente si è visto quest'anno dagli esterni granata. Lui alla prima occasione, invece, l'ha fatto e ha segnato.

Non si vede solo da questi dettagli la sua capacità nell'apprendimento. Un altro esempio? Dopo neanche due anni in Italia parla fluentemente in italiano. Una cosa da non sottovalutare. La conoscenza linguistica, poi, l'avrà aiutato ancora di più nel capire i consigli che ha ricevuto in questo periodo. Ora si sta completando, ma in tre anni di Toro ha già fatto tre ruolo differenti: l'esterno alto a destra, la seconda punta e ora l'esterno a tutta fascia a sinistra. Il merito della crescita va a tutti. Abbiamo lodato chi l'ha portato e il ragazzo stesso, ma c'è anche un lavoro nascosto da parte degli staff tecnici che l'hanno seguito. Un esempio? Quest'anno a inizio stagione per insegnargli a sfruttare di più determinate situazioni Scurto l'ha posizionato come seconda punta, un modo anche per avvicinarlo al ruolo del trequartista usato da Juric. Nel gol segnato a Verona c'è anche questo: saper leggere i tempi d'inserimento e prendere posizione in area. Adesso, tempo al tempo, va fatto crescere. Lui ha dimostrato di saper imparare in fretta.

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